Harry Potter e la Pietra Filosofale torna in libreria con le illustrazioni di Jim Kay

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Il 22 ottobre il mago più amato di tutto il mondo torna sugli scaffali delle librerie italiane con un’edizione illustrata di “Harry Potter e la Pietra Filosofale”, primo libro della saga.

I disegni, tutti rigorosamente a colori, sono opera di un illustratore inglese scelto personalmente da J.K. Rowling: si tratta di Jim Kay, vincitore della Kate Greenway Medal, uno dei massimi riconoscimenti a livello internazionale dedicati all’illustrazione per ragazzi.

La casa editrice Salani ha annunciato che il progetto non si fermerà con “Harry Potter e la pietra filosofale”, ma proseguirà con le edizioni illustrate degli altri sei libri della saga.

Se vi venisse spontaneo credere che le illustrazioni di Jim Kay non aggiungano nulla di nuovo, perché avete impressi in mente i disegni in bianco e nero delle vecchie edizioni Salani, o più probabilmente le pensate molto simili alle ben note immagini dei film, di cui vi sono ben familiari gli onnipresenti volti dei tre protagonisti, siete fuori strada: le nuove illustrazioni (più di 100) che accompagneranno il lettore attraverso la vita di Harry a Privet Drive e poi nelle prime avventure alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, vi lasceranno a bocca aperta.

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The making of Harry Potter: tutte le scenografie e i costumi originali del film.

the making of harry potter entrataDa una grande fan di Harry Potter, nel mio soggiorno a Londra non poteva mancare la visita di The Making Of Harry Potter, il tour negli Studios della Warnes Bros, dove si possono visitare le scenografie originali dei film, vedere gli oggetti “magici” e i costumi degli attori.

oggetti magici, the making of harry potter

The making of Harry Potter, i costumi di Dolores Umbridge
I vestiti, rigorosamente rosa, di Dolores Umbridge.

Il tour è iniziato con la Sala Grande, che è una vera sala tutta di pietra, compreso il pavimento, anche se è molto più piccola di quello che sembra nei film.

the making of harry potter - il leggio di Silente, Sala Grande

In unico ambiente si trovano invece le scenografie di vari luoghi di Hogwarts: la Sala Comune dei Grinfondoro, il Dormitorio, l’aula di pozioni, lo studio di Silente, la Capanna di Hagrid, che è una vera capanna!… ma anche la Tana!

the making of harry potter - il dormitoriothe making of harry potter - l'aula di pozioni

The making of harry potter - l'ufficio di dolores umbridge the making of harry potter - l'entrata nella camera dei segreti

Il momento che aspettavo di più era quello di passeggiare lungo Diagon Alley, guardando le colonne storte della Gringott, la Firebolt nella vetrina di “Accessori di prima qualità per il Quidditch”, la caricatura dei gemelli Weasley che saluta levandosi il cappello troneggiare sopra il negozio Tiri Vispi Weasley… Ma quello che mi ha emozionato di più è stato vedere la sede della Gazzetta del Profeta (quanto vorrei lavorare lì!!) e la vetrina del Ghirigoro (come sapete adorooo i negozi di libri, soprattuto quelli di magia!! 😉

the making of harry potter - tiri vispi weasley Tiri Vispi Weasley
the making of harry potter - olivander
Olivander
the making of harry potter - il ghirigoro
Il Ghirigoro

Molto interessante è stato capire i meccanismi di scena, come siano stati realizzati i costumi e soprattutto le maschere delle creature magiche, come i folletti. Dietro le quinte dei film di Harry Potter hanno lavorato migliaia di persone, che hanno realizzato tutte le scenografie, dipinto a mano tutti i quadri, realizzato i marchingegni per i quali sembra che gli oggetti si muovano per magia…

Sapete quanto tempo ci è voluto per realizzare il plastico, grande come una stanza, del castello di Hogwarts? 40 giorni! Sì, perché, per chi di voi non lo sapesse, il castello di Hogwarts non esiste nella realtà, è stato disegnato e progettato interamente dallo staff del film!
the making of harry potter - le maschere dei folletti the making of harry potterPS: per i video di avvenimenti magici tenete d’occhio la pagina Facebook!

Career of Evil: in autunno il terzo romanzo di Robert Galbraith

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La Little, Brown UK Imprint ha annunciato la settimana scorsa che il prossimo autunno sarà in libreria il nuovo libro di J.K. Rowling. Il romanzo, che s’intitolerà Career of Evil è il terzo della serie dell’investigatore privato Cormoran Strike e della sua assistente Robin, pubblicati con lo pseudonimo di Robert Galbraith.

La Rowling e il suo alter ego Galbraith hanno twittato per annunciare di aver completato il libro: continua a leggere qui.

La Recensione del libro di J.K. Rowling, “Il Seggio Vacante”, e della serie tv della BBC.

J.K. Rowling, Il Seggio Vacante J.K. Rowling, Il Seggio Vacante

Trama

Il consigliere comunale Barry Fairbrother muore improvvisamente il giorno del suo anniversario di matrimonio. Lascia una vedova, Mary, quattro figli, un vuoto incolmabile nel cuore dei cittadini di Pagford, e soprattutto un seggio vacante, di cui molti vogliono avidamente appropriarsi.

La corsa al seggio porterà a galla segreti che sembravano ben celati, scatenerà guerre tra genitori e figli, sarà la goccia che farà traboccare tragedie famigliari fin ad ora sventate per un soffio.

Seguiamo Gavin, il migliore amico di Barry, intrappolato in una relazione che non vuole ma che è troppo vigliacco e passivo per rompere, Samantha che è intrappolata in una vita noiosa con un uomo che diventa con orrore giorno per giorno più simile al padre, Shirley che deve dividere suo marito con l’onnipresente vedova del socio, Andrew che convive con un padre malfattore e violento, Colin, vicepreside della scuola, che ha paura di ogni cosa che lo circonda, Sukhvinder che ogni notte si taglia le braccia con una lametta, Krystal che a soli sedici anni deve prendersi cura di suo fratello Robbie perché la madre è una tossica senza speranze… e tanti altri. E di ognuno la Rowling ci svela la profondità del disagio che deve affrontare ogni giorno.

Recensione

Non sono corsa a comperare questo libro appena uscito. Ho preferito arrivarci con la calma, dopo aver letto qualche recensione. Forse non volevo rimanerne delusa, così ho preferito andare con i piedi di piombo e arrivarci a “scoppio ritardato”. Perché l’autrice è un pezzo grosso, e rispetto alla saga di Harry Potter che l’ha celebrata a tutto il mondo ha decisamente sterzato: Il Seggio Vacante non è un fantasy, non è un libro per ragazzi, è un romanzo per adulti, ambientato in una cittadina inglese al tempo di oggi. Adesso che finalmente l’ho letto posso dire che sono l’opposto di delusa. J.K. Rowling ha colpito dritto nel segno un altra volta.

La storia parte dalla morte di Barry Fairbrother, un uomo buono e pieno di carisma, che piace a tutti e ha molti amici. Barry era un consigliere comunale che si batteva per salvare la zona più povera di Pagford, i Fields, che i pagfordiani più tradizionalisti vogliono lasciare alla giurisdizione della città vicina. Con la sua morte si aprono subito le lotte per occupare il seggio che ha lasciato vacante.

Tra le recensioni che ho letto, pare che molti l’abbiano ritenuto lento, di difficile presa, noioso addirittura. Onestamente io al contrario l’ho trovato coinvolgente, profondo, intelligente. Tuttavia riconosco che inizialmente ci mette un po’ per far presa. I personaggi sono tanti, ti coinvolgono poco a poco nei drammi delle loro vite, ma una volta che hanno iniziato a far presa non possiamo che seguirli appassionatamente.

Che la Rowling scrive molto bene lo sapevamo, che sa raccontare una storia, costruirne una trama interessante e che ha una notevole fantasia, lo sapevamo. Non sapevamo però, finché non ha scritto Il Seggio Vacante, che è dotata di questa notevole capacità di tracciare dei personaggi in maniera così vividamente umana che sembrano proprio le persone che potresti incontrare in una piccola cittadina, in carne e ossa.

Hanno definito Il Seggio Vacante come “un romanzo sulla moralità umana”, ma secondo me è un romanzo di un’umanità sorprendente sull’essere umani (concedetemi i giochi di parole): J.K. Rowling mette in scena nel teatro della cittadina di Pagford le  difficoltà della vita, quella vera, non quella idilliaca da romanzo. Il disagio di crescere con dei genitori disadattati, l’amore non corrisposto di un adolescente, la totale incomprensione e distanza tra un padre e un figlio, l’amore che scema in un matrimonio, il rendersi conto che la propria vita è completamente diversa da quella che si era sognata da giovani, l’essere annoiati e disgustati da ciò che siamo…

Insomma, se non l’avete ancora fatto, leggetelo. (Spero non lo giudicherete anche voi noioso e lento!).

 

La serie tv “The Casual Vacancy”.

Per coincidenza poco dopo aver terminato di leggere il libro sono venuta a sapere che la BBC stava mandando in onda la serie televisiva tratta da Il seggio vacante… Non è ancora possibile vederla in italiano, ma chi ha familiarità con l’inglese (o con i sottotitoli) potrebbe trovarla un passatempo interessate.

Per ora ho visto le prime due puntate, ma ho scoperto con dispiacere che ne sono in programma solamente tre (da un’ora ciascuna). Il materiale offerto dal libro è così abbondante che la serie poteva tranquillamente essere sviluppata in 12 puntate.

La trasposizione televisiva di questo romanzo così complesso e ricco di personaggi non poteva essere un’operazione agevole, ma posso già affermare che la produzione ci è riuscita brillantemente. Sono stati adottati alcuni cambiamenti, inevitabili secondo il mio parere, che non hanno però in alcun modo intaccato il senso del libro: smascherare le apparenze di cui ciascuno di noi si circonda.

Ritorna più volte nel corso della seconda puntata l’accusa di essere “ipocrita”, mentre Ciccio Wall, un adolescente stanco di essere circondato dalla fiera della falsità borghese, non fa che cercare l'”autenticità”, facendone il suo mantra di vita.

Sono stati eliminati alcuni personaggi per semplificare la trama, mentre gli altri sono stati resi più “calzati” per sopperire al “minor tempo” a disposizione per far si che lo spettatore capisca le loro complesse psicologie.

La storia saggiamente parte qualche ora prima della morte di Fairbrother, l’evento scatenante della vicenda, in modo da presentare allo spettatore gli abitanti di Pagford e il forte ruolo che aveva Barry Fairbrother verso molti di loro, prima dell’evento scatenante della vicenda.

Non tutti apprezzeranno questa serie, che più del libro dividerà il pubblico tra quelli che la troveranno noiosa e quelli che la elogeranno per la profondità della psicologia dei personaggi.

Non si tratta di una visione divertente o rilassante, ma di un telefilm che porta in luce la parte drammatica dell’essere umani.

 

Titolo originale: The Casual Vacancy.

Editore: Salani.

Pagine: 553.

Prezzo: 12,90 euro.

Formato: 14×22 cm. Rilegatura rigida in cartoncino nero. Sovraccoperta colorata con veduta di una cittadina.

Giudizio complessivo:  ★ ★★ ★★

La Recensione: “Il Baco da seta”, Robert Galbraith aka J.K.Rowling

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Trama

Dopo la vicenda di Lula Landry (in Il richiamo del cuculo), che, data la sua risonanza sui giornali, gli ha procurato parecchi nuovi clienti, Cormoran Strike lavora senza sosta per riuscire a pagare i suoi debiti. Tuttavia, non riesce ad esimersi dall’aiutare una donnetta scialba che non dà alcuna apparenza di poter permettersi di pagare la sua parcella, che cerca suo marito, Owen Quine, uno scrittore mediocre ed eccentrico, scomparso ormai da più di una settimana.

Quella che sembrava una fuga per capriccio si rivela invece essere una trama intricata: Owen Quine ha appena consegnato il manoscritto del suo ultimo romanzo, pieno di ritratti al vetriolo di scrittori e editori della prestigiosa casa editrice Roper Chard. Se il libro venisse pubblicato, getterebbe scandalo su molte vite. Ecco così che Strike trova il suo cadavere, orrendamente mutilato e sfigurato proprio come lo scrittore lo descrive nel suo libro…

 

Recensione

Lungi da me passare per una fan sfegatata della Rowling… Cioè. Io sono una fan sfegatata di Harry Potter, e lo considero uno dei libri migliori che abbia letto. Ma non sono di quelle fan degli autori, che, qualsiasi cosa scrivono lo trovano fantastico con i prosciutti sugli occhi. Quello che voglio dire è che, la mia opinione positiva su Il baco da seta, Il richiamo del cuculo prima di lui, è totalmente non influenzata dal fatto che la scrittrice sia J.K. Rowling.

Amo la nuova saga a cui la Rowling si è dedicata, completamente diversa da quella fantasy e per ragazzi a cui Harry Potter ci ha abituato. Ma è vero che mi sono sempre piaciuti sia i fantasy che i gialli, e molti dei fan di Harry Potter non hanno invece gradito questo cambio di prospettiva.

L’unica cosa che le due saghe hanno in comune è lo stile della Rowling, che io trovo meraviglioso: fluido ma mai scadente, ricercato ma non troppo, leggermente ironico.

Se Il richiamo del cuculo tirava dentro il mondo lussuoso delle passerelle, Il baco da seta si concentra invece su quello dell’editoria. (Tra parentesi, la Rowling mette in bocca all’editore Daniel Chard un’affermazione che mi sta molto a cuore: “C’è più bisogno di lettori che di scrittori, mentre oggi tutti vogliono essere scrittori”). Owen Quine è infatti uno scrittore mediocre e dai temi macabri che provoca, con il suo ultimo romanzo, Bombyx Mori (dal latino “baco da seta”), l’ira della sua agente, Elizabeth Tassel, del suo editor, Jerry Waldergrave, del capo della casa editrice, Daniel Chard, della sua amante Katherine, e della sua amica trasgrender Pippa.

Compaiono in questo nuovo capitolo sempre più dettagli sulle vite di Cormoran Strike e della sua assistente Robin. Non si può che provare simpatia per l’imponente investigatore, che è un nuovo riuscito personaggio detective, con caratteristiche tutte sue, ma con l’infallibilità di Sherlock Holmes, Poirot, e Nero Wolf.

Il richiamo del cuculo mi aveva colpito perché, proprio come nei gialli di Agatha Christie, non avevo assortamente idea di chi potesse essere il colpevole, vagavo completamente nel buio. Ne Il baco da seta, invece, a un certo punto verso la fine credevo di aver risolto l’intrigo, e ne ero rimasta quasi delusa, come se fosse una nota peggiorativa rispetto all’altro. In realtà avevo preso un bel granchio. Anche stavolta il momento in cui Strike affronta l’assassino mi ha completamente, e piacevolmente, spiazzato.

Unico elemento negativo il finale, paragone troppo osato a Poirot, che raduna tutti i sospettati in un’unica stanza per rivelare il colpevole.

Dall’uscita di Il richiamo del cuculo Il baco da seta è passato solo un anno. Speriamo che la Rowling lasci passare lo stesso tempo anche per il terzo capitolo della saga, perché sono estremamente curiosa di vedere come andrà a finire tra Strike e Robin… Sono l’unica ad aver notato che la Rowling qua e là dissemina minuscoli indizi che lasci pensare a un lento evolversi della loro relazione da partner sul lavoro a partner anche nella vita reale?

Qui la recensione di Il richiamo del cuculo.

 

Titolo originale: The silkworm.

Editore: Salani.

Pagine: 554.

Prezzo: 18,60 euro.

Formato: 21 x 15 cm. Rilegatura rigida con sovraccoperta con alette.

Giudizio complessivo: ★★★★★

 

La Recensione: Robert Galbraith, aka J.K. Rowling, “Il richiamo del cuculo”.

Robert Galbraith, Il richiamo del cuculo, Uno nessuno e centomila libri blog Robert Galbraith, Il richiamo del cuculo, Uno nessuno e centomila libri blog Robert Galbraith, Il richiamo del cuculo, Uno nessuno e centomila libri blog   Robert Galbraith, Il richiamo del cuculo, Uno nessuno e centomila libri blog

Storia Editoriale

Il richiamo del cuculo è stato pubblicato in Gran Bretagna nell’Aprile del 2013. L’autore, Robert Galbraith, era presentato come un esordiente, secondo quella che era la volontà della vera autrice, J.K. Rowling, che è anni luce lontana da essere un’ esordiente, dato che la sua saga di Harry Potter ha venduto più di 450 milioni di copie, ed è, a parer mio, ma lo affermo con certezza oggettiva, uno dei migliori libri che siano stati mai scritti.

Ad ogni modo, fin da subito Il richiamo del cuculo ha ottenuto buone recensioni e l’apprezzamento della critica, che aveva apprezzato in particolar modo il personaggio dell’investigatore privato Cormoran Strike. Non era sfuggita la scrittura “matura” del nuovo autore esordiente. Nonostante i riscontri positivi dei critici, però, il libro non aveva scalato le classifiche, cosa prontamente verificatasi quando nel luglio di quell’anno il Sunday Times ha attribuito la paternità di Il richiamo del cuculo a J.K. Rowling, madre del grande Harry Potter.

Secondo logiche ovvie e immutabili, qualsiasi romanzo di un autore affermato vende da subito un enorme quantità di copie. Probabilmente la Rowling aveva voluto testare quante copie avrebbe venduto il suo libro senza il suo nome scritto sopra, ma poi, visto lo scarso successo, è venuta allo scoperto, probabilmente spinta dal suo editore.

Trama

Cormoran Strike, investigatore privato reduce dalla guerra in Afghanistan che l’ha lasciato senza una gamba, è quasi sull’orlo del lastrico e ridotto a vivere nel suo squallido studio da quando si è lasciato con Charlotte, la sua bellissima fidanzata. Quando una celebre top model precipita dal balcone del suo attico a Mayfair le cose per Strike incominciano a cambiare. Aiutato dalla sua assistente Robin, l’investigatore riuscirà a dimostrare che Lula Landry non si è suicidata, come tutti tranne il fratello di lei, che l’ha assunto, credono…

Recensione

Nonostante le molte critiche negative, Il richiamo del cuculo ha un solo neo, che non dipende dall’autrice ma dalla traduzione in italiano. “Cuckoo”, in italiano “cuculo”, è il soprannome di Lula Landry, la famosa top model precipitata dal suo balcone, che nel giorno prima di morire ha effettuato numerose chiamate sul cellulare a suo zio e al suo migliore amico, non ricevendo risposta da nessuno dei due. Se avessero risposto probabilmente le cose sarebbero andate per Lula diversamente. Ecco dunque spiegato il titolo, “The cuckoo’s calling”, “Il richiamo del cuculo”, che già in italiano perde il doppio senso di “richiamo” e “telefonata”, che il termine “calling” ha in inglese. In più il soprannome di Lula non viene tradotto nell’italiano “cuculo”, ma resta “cuckoo”, cosicché, per chi non ha una conoscenza esemplare dell’inglese, il significato del titolo sembra non avere attinenza alcuna con il testo.

Davvero non so spiegarmi il perché sia stato definito “una caduta di stile”, se non pensando che forse chi li ha scritti si aspettava di essere di fronte a un nuovo Harry Potter, mentre in realtà questo libro non ha niente a che vedere! È un genere completamente diverso, un romanzo per adulti, innanzitutto, e un giallo. Lo stile brillante rimane lo stesso, ovviamente.

Ho trovato Il richiamo del cuculo così avvincente e coinvolgente da non essere riuscita a smettere di leggerlo finché non sono arrivata alla fine. Come in tutti i migliori gialli non sono riuscita a capire chi fosse l’assassino finché Strike stesso non l’ha rivelato. L’elemento più interessante del libro è la figura di Cormoran Strike: grande e grosso, eppure vulnerabile data la mancanza della gamba che gli impedisce, a volte, di essere autosufficiente, sgraziato e sicuro di sé, con una grande passione per il suo lavoro. Un po’ scialbo forse, a confronto, il personaggio di Robin, la sua bionda assistente.

Leggi qui la recensione de Il baco da seta, la seconda avventura di Cormoran Strike!

Titolo originale: The cuckoo’s calling.

Editore: Salani.

Pagine: 547.

Prezzo: 12,00 euro.ù

Formato: 21 x 15 cm. Rilegatura rigida con sovraccoperta con alette.

Giudizio complessivo: ★★★★★