Emily Brontë, “Cime tempestose”, l’edizione della Penguin Classics

«I’ve dreamt in my life dreams that have stayed with me even after, and changed my ideas; they’ve gone through and through me, like wine through water, and altered the colour of my mind».

«Ho sognato nella mia vita sogni che son rimasti sempre con me, e che hanno cambiato le mie idee; son passati dentro e attraverso di me, come il vino attraverso l’acqua, ed hanno alterato il colore della mia mente». (Cathy a Nelly Dean, cap. IX).

Pride and prejudice, Penguin Classics

«Ora mi degraderebbe sposare Heathcliff, così non saprà mai quanto io lo ami: e non perché sia bello, Nelly, ma perché lui è più me stessa di quanto non lo sia io. Di qualsiasi cosa siano fatte le nostre anime, la mia e la sua sono la medesima cosa; e quella di Linton è diversa quanto un raggio di luna da un lampo, o il gelo dal fuoco». (cap. IX).

Pride and Prejudice, Penguin Classics

«Le mie grandi sofferenze in questo mondo sono state quelle di Heathcliff, e le ho viste e vissute tutte fin dal principio; il mio pensiero principale nella vita è lui. Se tutto il resto morisse, e lui rimanesse, io continuerei ad esistere; e se tutto il resto continuasse ad esistere e lui fosse annientato, l’universo si trasformerebbe in un completo estraneo: non ne sembrei parte. – Il mio amore per Linton è come il fogliame nei boschi: il tempo lo cambierà, ne sono consapevole, come l’inverno cambia gli alberi. Il mio amore per Heathcliff somiglia alle rocce eterne che stanno sotto quegli alberi: una fonte di piacere ben poco visibile, ma necessaria. Nelly, io SONO Heathcliff! Lui è sempre sempre, sempre nella mia mente: non come una gioia, non più di quanto io lo sia per me stessa, ma come il mio stesso essere. Quindi non parlare più di separazione: non è possibile». (cap. IX).

Pride and Pejudice, Penguin Classics

«Io vorrei che mi dicessi, in tutta sincerità, se Catherine soffrirebbe molto per la sua perdita: è ciò, che mi trattiene. E qui, vedi, sta la differenza tra i nostri sentimenti: se lui fosse stato al mio posto e io al suo, sebbene io lo odii di un odio che mi ha avvelenato tutta la vita, non avrei mai alzato una mano sopra di lui. Padronissima di non credermi, se vuoi. Io non lo avrei mai allontanato dalla sua compagna, finché a lei fosse piaciuto. Al momento stesso in cui Cathy non gli avesse più voluto bene, gli avrei strappato il cuore e bevuto il sangue: ma fin là, e se non mi credi non mi conosci, ma fin là sarei morto ad oncia ad oncia prima di torcergli un capello!» (cap. XIV)

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Cime tempestose è stato pubblicato nel 1847 con lo pseudonimo di “Ellis Bell”, e fin da subito è stato elogiato da alcuni critici per la sua originalità, mentre dall’altra molti l’hanno condannato per le scene di crudeltà e per la mancanza di moralità, per lo meno quella convenzionale dell’epoca.

Molte copie le vendette per associazione con il libro scritto da sua sorella Charlotte, Jane Eyre, che nel 1947 fu uno dei maggiori best seller. Non ne raggiunse però le vendite, almeno fino al ventesimo secolo, quando incominciò ad avere più successo tra la massa e i critici, che iniziarono a stimarlo come meritava.

Non esiste nessun manoscritto di Cime tempestose. Gli editori quindi scelgono in genere tra il riportare la prima o la seconda edizione del testo. La prima, pubblicata nel Dicembre 1847 da Thomas Newby, che è quella che la Penguin ha deciso di adottare, necessita comunque di amendare alcuni errori di stampa. Altri editori scelgono la seconda edizione perché è quella che ha avuto maggior favore presso il pubblico, sebbene sia stata pesantemente modificata, nella punteggiatura, nella sintassi e nelle espressioni, da Charlotte Brontë.

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Frontespizio della prima edizione di “Wuthering Heights”.

 

Il fascino di Cime tempestose.

Cime tempestose è stato riadattato in numerosi pellicole cinematografiche, opere teatrali, musical e sequel. Tutte queste reinterpretazioni hanno in comune una cosa: vedono, nella storia di Heathcliff e Cathy, la quintessenza della storia d’amore romantica. In realtà, la loro, è una passione quasi incestuosa, scandalosa e morbosa tra una persona cattiva e una egoista oltre ogni misura. Per quanto mi riguarda, è questo lato dark che conferisce Cime tempestose il suo fascino, insieme alla bellezza di un amore talmente forte, talmente folle, di due persone che si appartengono a tal punto che non riescono a non stare insieme o a non ferirsi a morte reciprocamente. Cime tempestose è un libro dalla natura definitivamente, completamente e decisamente inquietante. Suscita un tormento emozionale che rimane irrimediabilmente irrisolto dall’inizio alla fine.

 

«Ritrovare l’Italia» attraverso itinerari tematici di qualità

La collana «Ritrovare l’Italia» di Il Mulino si arricchisce di nuovi titoli

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La casa editrice bolognese Il Mulino ha ideato nel 2014 la collana «Ritrovare l’Italia», che quest’anno si è arricchita con quattro nuovi interessanti titoli: Andare per monasteri, Andare per ville e palazzi, Andare per la Sicilia dei Greci, Andare per le cattedrali di Puglia.

I volumi che compongono la collana sono curati da esperti del settore, che descrivono in maniera semplice e colloquiale le meraviglie d’Italia, creando un nuovo originale genere che si colloca all’incrocio tra il saggio storico, il trattato di arte e architettura e la guida turistica.

Sfogliando i libri si trovano, sì, immagini, ma nessuna mappa stradale, né consigli su dove mangiare o alloggiare.

Continua a leggere qui.

La Recensione: Grazia Deledda, “Canne al vento”.

« […] Perché la sorte ci stronca così, come canne?

– Sì – egli disse allora, – siamo proprio come le canne al vento, donna Ester mia. Ecco perché! Siamo canne, e la sorte è il vento». P. 259.

canne al vento, grazia deledda, recensione

Ho deciso di approfittare della collana “900 italiano” di Mondadori, in uscita con i periodici, per leggere finalmente alcuni romanzi che hanno fatto la storia del Novecento e che non avevo mai letto. Tra cui, appunto, Canne al vento di Grazia Deledda, l’unica donna italiana ad aver vinto, nel 1926, il Premio Nobel per la Letteratura.

La collana “900 italiano” è stata ideata per riproporre le 100 opere che più hanno saputo raccontare la letteratura, gli eventi e l’atmosfera del secolo passato.

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«Perché ricordare il passato? Rimpianto inutile. Meglio pensare all’avvenire e sperare nell’aiuto di Dio». P.7.

Uscito a puntate su L’illustrazione italiana dal 12 gennaio al 27 aprile 1913, Canne al vento venne poi stampato integralmente nella sua prima edizione dai Fratelli Treves di Milano qualche mese dopo.

fiume«La vita passa e noi la lasciamo passare come l’acqua del fiume, e solo quando manca ci accorgiamo che manca». P. 185.

« – Adattarsi, bisogna – disse Efix versandogli da bere. – Guarda tu l’acqua: perché dicono che è saggia? perché prende la forma del vaso ove la si versa». P. 66.

«L’uomo è fatto così: buono e cattivo, buono e cattivo: eppoi si è sempre disgraziati. Anche i ricchi, spesso, son disgraziati». P. 256.

 

 

 

 

 

 

Canne al vento è ambientato in un paesino rurale della Sardegna. Racconta di una società arcaica, chiusa in una anacronistica divisione in classi, narrata da un servo fedele, Efix, che rimane con le sue padrone, le ormai decadute Dame Pintor, anche se queste non possono più permettersi di pagarlo. Il loro padre, Don Zame, le aveva tenute segregate in casa come un carceriere, precludendole ogni possibilità di trovare marito, finché una delle quattro sorelle non era fuggita di casa, sposando poi un pover uomo. Dal dolore e dall’umiliazione Don Zame aveva perso tutto prima di morire, lasciando le altre tre figlie povere e zitelle. Ingrigite nella loro quotidianità sempre uguale, la vita delle dame Pintor viene sconvolta dall’inaspettato arrivo di Giacinto, il figlio di quella sorella che non avevano mai perdonato.

«Donna Cristina è morta; il viso pallido delle figlie perde un poco della sua serenità e la fiamma in fondo agli occhi cresce: cresce a misura che don Zame, dopo la morte della moglie, prende sempre di più l’aspetto prepotente dei Baroni suoi antenati, e come questi tiene chiuse dentro casa come schiave le quattro ragazze in attesa di mariti degni di loro. E come schiave esse dovevano lavorare, fare il pane, tessere, cucire, cucinare, saper custodire la loro roba: e sopratutto non dovevano sollevar gli occhi davanti agli uomini, né permettersi di pensare ad uno che non fosse destinato per loro sposo. Ma gli anni passavano e lo sposo non veniva». Pp. 15-16.

Giacinto è quindi il deus ex machina della vicenda, con la sua innocenza e incoscienza insieme rovina ancora di più la famiglia indebitandosi per gioco e frequentando una povera ragazza senza genitori.

Le Dame Pintor e Efix sono come canne in balia della sorte del vento:  percossi ostinatamente dalle loro vite sono destinati a rimanere ostinatamene radicati nel loro terreno: la casa, ombra di sé stessa nel tempo degli antichi fasti, e il poderetto.

Il punto di vista di tutta la vicenda è quello del fedele Efix, servo della famiglia Pintor da tutta una vita. L’affetto che lo lega alle sue padrone è tanto che non può morire finché non vede compiuti i suoi disegni di felicità per loro, come esse meritano.

Attraverso questo personaggio, di una semplicità grandiosa, veniamo in contatto con la superstizione popolare, che di giorno vede gli uomini padroni della terra con il lavoro dei campi, mentre la notte è in balìa di folletti e fantasmi.

Grazia Deledda è stata collocata da alcuni nella corrente verista, centrale in quegli anni. Se è vero che il soggetto, di cui Efix è narratore e protagonista, si riconduce agli schemi del verismo, tutt’altro che “verista” è lo spirito con cui la storia è narrata. Mi sembra quasi di cogliere un’impronta della letteratura russa: Dostoevskij, Gogol, Tolstoj, nella delicatezza con cui viene trattata l’interiorità dei personaggi, i loro dolori, insieme ad alcuni temi come il male di vivere e il senso della colpa da espiare.

«Dopo la morte di don Zame, Efix era rimasto con le tre dame per aiutarle a sbrigare i loro affari imbrogliati. I parenti non si curavano di loro, anzi le disprezzavano e le sfuggivano; esse non eran capaci che delle faccende domestiche e neppure conoscevano il poveretto, ultimo avanzo del loro patrimonio.

– Starò ancora un anno al loro servizio – aveva detto Efix, mossò a pietà del loro abbandono. Ed era rimasto vent’anni.

Le tre donne vivevano della rendita del potere coltivato da lui. Nelle annate scarse donna Ester diceva al servo, giunto il momento di pagarlo (trenta scudi all’anno e un paio di scarponi):

– Abbi pazienza, per l’amor di Cristo: il tuo non ti mancherà.». P.19.

 

Editore: Mondadori. Collana 900 italiano.

Pagine: 285.

Formato: 13,5 x 19 cm. Rilegatura rigida. Copertina in cartoncino ruvido. Al centro dell’immagine c’è un riquadro bianco con indicazioni di autore, titolo, collana e citazione. Niente fogli di guardia.

Giudizio complessivo: ♥♥♥♥♥

Per chi ama “Piccole Donne”, l’edizione della Penguin Threads

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Paul Bauckley, art director della casa editrice Penguin Books, ha ideato la serie Penguin Threads all’interno della collana Penguin Classics Deluxe Edition. Il disegno originale delle copertine dei libri che ne fanno parte sono cuciti a mano, poi riprodotti fedelmente, comprese le cuciture sul retro a rilievo.

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L’autrice di questa copertina fatta a mano è Rachell Sumpter, che ha ideato anche le copertine di The Wizard of Oz The Wind in the Willows.

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Alla Penguin Threads appartengono anche The secret garden (di cui trovate un’altra edizione in questo post), Emma di Jane Austen e Black Beauty di Anna Sewell, disegnati invece da Jillian Tamaki.

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Piccole Donne può essere letto a undici anni, a quindici, o a venti, oppure a trentasette anni, e viene apprezzato a tutte le età. È essenzialmente un romanzo il romanzo americano per ragazze, importante quanto Le avventure di Huckleberry Finn lo è per i ragazzi.

Eppure Louisa May Alcott non avrebbe mai voluto scrivere storie al femminile, come ho già detto nell’articolo sull’altra edizione della Penguin di Piccole Donne, l’Hardcover Clothbounds, che avete visto anche qui in fotografia. Eppure è proprio grazie a Piccole Donne che ha conosciuto il successo.

Cercando ispirazione per scrivere questo romanzo, la Alcott disse al suo editore (Thomas Niles), che non si occupava molto di ragazze, eccetto delle sue tre sorelle e di sua madre. Così fu più che altro per mancanza di materia prima che inventò le quattro sorelle March e la figura della loro madre.

Meg è carina e amata da tutti, vorrebbe vestirsi alla moda e frequentare l’alta società, ma imparerà presto ad avere migliori valori. Jo, poco femminile, un torrente in piena, è schietta ed energica, imparerà il tatto e la pazienza. Beth è semplicemente un angelo, ma non è abbastanza forte per il affrontare il mondo. Amy, l’antagonista naturale di Jo, è egoista e vanesia, ma diventerà una signora a modo, buona e nobile.

 

“Piccole donne”, la storia editoriale e l’edizione Clothbound Hardcover della Penguin

Piccole Donne, Penguin Classics, foto di Uno, nessuno e centomila libri

Piccole Donne, Penguin Classics, foto di Uno, nessuno e centomila libri

Piccole Donne, Penguin Classics, foto di Uno, nessuno e centomila libri

 

Piccole Donne, Penguin Classics, foto di Uno, nessuno e centomila libri

 

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“Piccole Donne” nella copertina della prima edizione del 1868.

Piccole Donne è stato pubblicato da Roberts Brothers a Boston, in due volumi, il primo nell’Ottobre 1868 e il secondo nell’Aprile 1869. I due volumi non avevano, nell’intenzione della Alcott, alcuna distinzione di titolo, se non nell’indicazione “Parte I” e “Parte II”, ma già quando vennero pubblicati in Inghilterra il secondo era diventato “Good wives”, mentre oggi in Italia tutti lo conoscono come “Piccole Donne crescono”.

In un mese il primo volume vendette più di 2000 copie, classificandosi come grande successo, tant’è che il secondo volume arrivò a 13,000 copie in un mese.

Nel 1880 le due parti vennero riunite in un unico volume, con 200 illustrazioni del popolare artista Frak T.Merrill. In questa occasione la Alcott fece un certo numero di cambiamenti nel testo, correzioni grammaticali, modificando la dizione e qualche schietta descrizione, che feriva le aspettative delle lettrici, abituate a una prosa più educata e signorile.

L’edizione della Penguin non tiene però conto di queste correzioni, riportando il testo nella sua forma originale, e questo le aggiudica ancora più pregio e ammirazione da parte mia.

Louisa May Alcott iniziò a scrivere Piccole Donne non di getto, come ci si potrebbe aspettare, ma sotto l’istigazione di un editore di Roberts Brothers, che le commissionò un romanzo femminile. Niente affatto convinta, la Alcott, che fino ad allora aveva scritto raccapriccianti thriller sotto vari pseudonimi, inizialmente aveva pensato a un romanzo satirico sulla visione delle donne dell’epoca. Mentre scriveva, però, aveva abbandonato l’idea. Una volta conclusi i 23 capitoli che concludevano la prima parte della storia, si sorprese positivamente del suo lavoro, trovandolo «not a bit sensational, but simple and true, for we really lived most of it».

Subito dopo aver pubblicato il primo volume gli editori spinsero la Alcott a portare avanti la storia delle quattro sorelle March, che lei scrisse di getto a un ritmo di un capitolo al giorno. Per accontentare le sue lettrici, che le chiedevano con chi si sarebbero sposate le sorelle March, stabilì un futuro matrimoniale per ognuna, ma si rifiutò di far sposare Jo a Laurie, come tutte le lettrici speravano, perché sarebbe stato troppo prevedibile.

Conan Doyle in “The best of Sherlock Holmes” della prestigiosa Franklin Library

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The best of Sherlock Holmes, nella bellissima edizione illustrata della Franklin Library, mi è stato regalato per Natale insieme a Shakespeare’s Histories, che trovate in questo post, insieme a una storia della casa editrice, che ha prodotto meravigliosi volumi pensati per i collezionisti fino al 2000.

È, come l’altro, un bellissimo volume rilegato in pelle vera, con segnalibro in seta cucito nel nervo. Le illustrazioni all’interno del volume sono opera di Ben F. Stahl.

Pubblicato nel 1977, The best of Sherlock Holmes fa parte della collana Collected Stories of the World’s Greatest Writers, che raccoglie 100 volumi rilegati in vera pelle, pubblicati tra il 1977 e il 1985. 

Si tratta di una collezione dei tesori della letteratura, le migliori avventure di Sherlock Holmes appunto, I viaggi di Gulliver1984 di George Orwell e tanti altri, di cui vi riporto l’elenco completo:

Notes from Underground, The Gambler, and Poor People by Fyodor Dostoevsky
28 Stories of F. Scott Fitzgerald
Wessex Tales by Thomas Hardy
27 Collected Stories of Katherine Anne Porter
Kiss Me Again, Stranger by Daphne du Maurier
The Time Machine, The Invisible Man, and The War of the Worlds by H. G. Wells
One Basket by Edna Ferber
Seven Gothic Tales of Isak Dinesen
Animal Farm and 1984 by George Orwell
The Cabala, The Bridge of San Luis Rey, and The Woman of Andros by Thornton Wilder
Mr. Moto’s Three Aces by John P. Marquand
The Collected Stories of Franz Kafka
Sermons and Soda-Water by John O’Hara
The First Forty-Nine Stories by Ernest Hemingway
Dubliners by James Joyce
Tortilla Flat, Of Mice and Men, Cannery Row by John Steinbeck
Uncle Remus by Joel Chandler Harris
The Apple Tree and Other Tales by John Galsworthy
Stories From the Decameron by Giovanni Boccaccio
Pigeon Feathers and Other Stories by John Updike
The Complete Stories of Flannery O’Connor
Moon Lake and 12 Other Stories by Eudora Welty
Stories of Five Decades by Hermann Hesse
35 Stories by Nathaniel Hawthorne
17 Stories by Rudyard Kipling
Three Tales by Gustave Flaubert
22 Stories by Edith Wharton
38 Stories by SakiH. H. Munro
Three Exemplary Novels by Miguel de Cervantes
The Man That Corrupted Hadleyburg and 18 Other Stories by Mark Twain
The New Arabian Nights by Robert Louis Stevenson
21 Collected Short Stories by Aldous Huxley
Nabokov’s Dozen by Vladimir Nabokov
13 Stories by Sinclair Lewis
Seven Tales by Henry James
The Country of the Pointed Firs and 4 Stories by Sarah Orne Jewett
Tales of the South Pacific by James A. Michener
14 Selected Stories by W. Somerset Maugham
The Ranger and 3 Other Stories by Zane Grey
Breakfast at Tiffany’s and Three Stories by Truman Capote
30 Stories by Guy de Maupassant
The Kreutzer Sonata and 10 Other Stories by Leo Tolstoy
The Queen of Spades and 3+ Other Tales by Alexander Pushkin
7 Stories by Booth Tarkington
The Continental Op by Dashiell Hammett
222 Fables, Fully Indexed by Aesop
Peasants and 8 Other StoriesAnton Chekhov
The Troll Garden & Obscure Destinies by Willa Cather
74 Fairy Tales by Hans Christian Andersen
Thirteen O’Clock – Stories of Several Worlds by Stephen Vincent Benét
73 Short Stories by Katherine Mansfield
The Best of Sherlock Holmes by Sir Arthur Conan Doyle
Three Christmas Books by Charles Dickens
Heart of Darkness and 10 Other Tales by Joseph Conrad
Round Up by Ring Lardner
Tales of All Countries and 8 Other Stories by Anthony Trollope
16 California Stories by Bret Harte
25 Collected Stories by Dylan Thomas
The Magic Barrel and Idiots First by Bernard Malamud
From Death to Morning by Thomas Wolfe
5 Stories by Thomas Mann
Here Lies. 24 Collected Stories by Dorothy Parker
Four Short Novels by D. H. Lawrence
First Love and 7 Other Tales by Ivan Turgenev
100 Fairy Tales by The Brothers Grimm
Gulliver’s Travels by Jonathan Swift
45 Selected Stories by O. Henry
The Wall and 5 Other Stories by Jean-Paul Sartre
Exile and the Kingdom by Albert Camus
Taras Bulba and 8 Other Tales by Nikolai Gogol
These Thirteen by William Faulkner
The Thurber Carnival by James Thurber
Guys and Dolls by Damon Runyon
The Sketch Book of Geoffrey Crayon Gent. by Washington Irving
8 Collected Short Stories by Carson McCullers
Ficciones by Jorge Luis Borges
Canterbury Tales by Geoffrey Chaucer
Winesburg, Ohio by Sherwood Anderson
4 Tales by E. T. A. Hoffmann
This Gun for Hire, The Confidential Agent, The Ministry of Fear by Graham Greene
18 Stories by Heinrich Böll
27 Stories by Erskine Caldwell
22 Stories by Luigi Pirandello
A Descent into the Maelstrom and 23 Other Tales by Edgar Allan Poe
Gimpel the Fool and 10 Other Stories by Isaac Bashevis Singer
32 Droll Stories by Honoré de Balzac
Maggie: A Girl of the Streets and 22 Selected Stories by Stephen Crane
Welcome to the Monkey House by Kurt Vonnegut
Laughing to Keep from Crying and 25 Jesse Semple Stories by Langston Hughes
The Best (14) Short Stories by Theodore Dreiser
In the Midst of Life – Tales of Soldiers and Civilians by Ambrose Bierce
Stories by Sidonie Gabrielle Colette
16 Tales of the Northland by Jack London
Stories & Fairy Tales by Oscar Wilde
Candide and Zadig by François Marie Arouet Voltaire
Alice’s Adventures in Wonderland and Through the Looking-Glass by Lewis Carroll
Billy Budd, Sailor and The Piazza Tales by Herman Melville
Scenes of Clerical Life by George Eliot
36 Stories by Alexandre Dumas
Around the World in Eighty Days & From the Earth to the Moon by Jules Verne

 

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Sir Arthur Conan Doyle, “Great Cases of Sherlock Holmes”, Mystery Masterpieces, Franklin Library.

La Franklin Library ha pubblicato un’altra edizione delle avventure di Sherlock Holmes, Great Cases of Sherlock Holmes, nella collana “Mystery Masterpieces”, che raccoglie i maestri del giallo, tra cui anche Agatha Christie.

Shakespeare’s Histories della Franklin Library, un’edizione per collezionisti

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I bibliofili più appassionati ameranno questa meravigliosa edizione di sei dei drammi storici di ShakespeareThe life and death of King John, in italiano Re Giovanni, The tragedy of King Richad the second, Riccardo IIla prima e la seconda parte di Henry the Fourth (Enrico IV), la vita di Henry the Fifth (Enrico V), The tragedy of King Richard the Third (Riccardo III).

La copertina, in pelle rossa, è decorata con dei ghirigori dorati che racchiudono una corona, sia davanti che sul dietro. Il dorso presenta invece l’autore e il titolo dell’opera in alto, con in basso la dicitura “Franklin Library”.

Le magnifiche illustrazioni che troviamo all’interno del volume sono riproduzioni di xilografie stampate su volumi antichi e rarissimi, come Le favole di Esopo, stampato a Ulm nel 1476-1477, La distruzione di Troia, stampato a Lione nel 1485, La Bibbia di Johann Grüninger, Strasburgo, 1485, Canterbury Tales, Londra, c. 1490 e altri.

La Franklin Library ha iniziato a pubblicare edizioni per collezionisti nel 1973, stampando fino alla sua chiusura, nel 2000, migliaia di bellissimi libri illustrati di alta qualità.

La maggior parte dei libri della Franklin Library sono prodotti con copertine rilegate interamente in pelle. La carta usata è priva di acidi, indicata per prevenire l’ingiallimento delle pagine. Il taglio delle pagine è laccato in oro per proteggere la carta contro i danni dell’umidità. Sempre in oro le incisioni del titolo e le decorazioni presenti sulla copertina. È presente un segnalibro in seta, cucito al nervo.

La Franklin Library conta importanti collane:

– The 100 Greatest Masterpieces of American Literature (100 libri): pubblicata dal 1976 al 1984, annovera romanzi, poesie e racconti brevi dei maggiori scrittori americani, come Louisa May Alcott, Henry Adams, Emily Dickinson e Ernest Hemingway.

– The Collected Stories of the World’s Greatest Writers (100 libri): pubblicata dal 1977 al 1985, colleziona alcuni dei tesori della letteratura, come Gulliver’s travelSherlock HolmesIl Decamerone di Giovanni Boccaccio, Notes from Underground di Fedor Dostoevsky.

– 60 Signed Limited Editions (60 libri) e The First Edition Society (72 libri): racchiudono le prime edizioni di molti importanti opere.

– Pulitzer Prize Classics (53 libri): le opere che hanno vinto il prestigioso Premio Pulitzer per la narrativa, come Via col vento.

– Franklin Mystery Masterpieces (51 libri): collana prodotta sia in vera pelle che in finta pelle, raccoglie i migliori scrittori gialli: Conan Doyle, Agatha Christie, Oscar Wilde con The picture of Dorian Grey e tanti altri.

– Great Books of the Western World (96 libri): inizialmente pubblicata dall’Enciclopedia Britannica in collaborazione con l’Università di Chicago, nel 1970, per il 25esimo anniversario della collana, la Franklin Library ha ottenuto i diritti per un’edizione limitata. È la serie più costosa della Franklin Library, oltre 9,000 sterline complessive. Le opere scelte hanno lo scopo di presentare il canone occidentale, spaziando da Omero e Sofocle, a Chaucer e Milton, fino a Freud.

– World’s Best-Loved Books (100 libri): una raccolta di best seller.

– Greatest Books of the 20th Century (50 libri): raccoglie i best seller contemporanei.

Shakespeare’s histories appartiene invece alla serie di The 100 Greatest Books of All Time. Pubblicata tra il 1974 e il 1982, è una collezione delle opere più importanti dei più grandi scrittori: Charlotte Brontë, Ralph Waldo Emerson, William Shakespeare, Nathaniel Hawthorne, Goethe, Robert Frost, William Faulkner, Ernest Hemingway, Herman Melville and John Donne. L’intera collana può costare oltre le tre mila sterline.

Riporto qui di seguito un elenco delle opere che ne fanno parte:

The Iliad by Homer
The Odyssey by Homer
Adventures of Huckleberry Finn by Mark Twain
The Education of Henry Adams by Henry Adams
Confessions of St. Augustine
Pride and Prejudice by Jane Austen
The Divine Comedy by Dante Alighieri
Wuthering Heights by Emily Brontë
The Pilgrim’s Progress by John Bunyan
Fairy Tales of Hans Christian Andersen
Five Comedies by Aristophanes
Don Quixote de La Mancha by Miguel de Cervantes Saavedra
Canterbury Tales by Geoffrey Chaucer
Stories of Guy de Maupassant
Plays by Anton Chekhov
Politics by Aristotle
Selected Writings of Sir Francis Bacon
Oresteia by Aeschylus
Le Père Goriot by Honoré de Balzac
Tales From The Arabian Nights by Sir Richard F. Burton
Alice’s Adventures in Wonderland by Lewis Carroll
Analects of Confucius
Lord Jim by Joseph Conrad
The Last of the Mohicans by James Fenimore Cooper
The Red Badge of Courage by Stephen Crane
Songs of Innocence and of Experience by William Blake
The Decameron by Giovanni Boccaccio
The Origin of Species by Charles Darwin
Plays by Euripides
The Sound and the Fury by William Faulkner
Moll Flanders by Daniel Defoe
Robinson Crusoe by Daniel Defoe
Essays of Michel de Montaigne
Philosophical Works of René Descartes
Crime and Punishment by Fyodor Dostoevsky
The Mill on the Floss by George Eliot
Collected Poems (1909–1962) of T. S. Eliot
Essays of Ralph Waldo Emerson
Tom Jones by Henry Fielding
The Great Gatsby by F. Scott Fitzgerald
Madame Bovary by Gustave Flaubert
The Autobiography of Benjamin Franklin, Benjamin Franklin
The Basic Works of Sigmund Freud
The Poetry of Robert Frost
David Copperfield by Charles Dickens
Great Expectations by Charles Dickens
Poems of John Donne
Faust by Johann Wolfgang von Goethe
Favorite Household Tales of the Brothers Grimm
The Federalist by Hamilton, Madison and Jay
The Return of the Native by Thomas Hardy
The Flowers of Evil by Charles Baudelaire
Jane Eyre By Charlotte Brontë
The Scarlet Letter by Nathaniel Hawthorne
A Farewell to Arms by Ernest Hemingway
Plays by Henrik Ibsen
The Ambassadors by Henry James
Nine Tales of Henry James
Ulysses by James Joyce
The Trial by Franz Kafka
Poems of John Keats
Women in Love by D. H. Lawrence
The Prince by Niccolò Machiavelli
Five Stories of Thomas Mann
Moby-Dick by Herman Melville
Eight Comedies by William Shakespeare
Poems of William Shakespeare
Six Histories by William Shakespeare
Six Tragedies by William Shakespeare
Political Writings of John Stuart Mill
Paradise Lost by John Milton
Seven Plays by Molière
Four Plays of Eugene O’Neill
Political Writings of Thomas Paine
Pensees by Blaise Pascal
Satyricon by Petronius
The Republic by Plato
Twelve Illustrious Lives by Plutarch
Tales of Edgar Allan Poe
Swann’s Way by Marcel Proust
Gargantua and Pantagruel by François Rabelais
Six Tragedies by Jean Racine
Political Writings of Jean Jacques Rousseau
Three Plays by Bernard Shaw
The Tragedies of Sophocles
Leaves of Grass by Walt Whitman
Nana by Emile Zola
Lyrical Ballads by William Wordsworth and Samuel Taylor Coleridge
The Red and the Black by Stendhal
Tristram Shandy by Laurence Sterne
Treasure Island by Robert Louis Stevenson
Gulliver’s Travels by Jonathan Swift
Vanity Fair by William Makepeace Thackeray
Walden by Henry D. Thoreau
The History of the Peloponnesian War by Thucydides
Fathers and Sons by Ivan Turgenev
The Aeneid by Virgil
Candide by Voltaire
Selected Poems of William Butler Yeats
War and Peace by Leo Tolstoy

La collana “Universale” di Einaudi. Nascita e storia.

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In un breve soggiorno di Ginzburg a Torino, tra il novembre e il dicembre 1941, il direttorio della casa editrice (Einaudi, Ginzburg, Pavese, Muscetta e Alicata) approfitta per riunirsi e discutere soprattutto su una collana di particolare impegno, la nuova “Biblioteca universale”. Nelle intenzioni di Einaudi a curare la collana dovrebbe essere Muscetta dalla sede romana, con la pubblicazione di «due volumetti al mese».[1] Ne escono 41 volumi tra il 1942 e il 1943.

L’”Universale” è una collana impegnativa, con ritmi di produzione obbligati e un notevole impegno economico, per la necessità di allargare i collaboratori e l’ambizione di rivolgersi a un pubblico più ampio con testi agili e a basso prezzo.

universale-einaudiIl 27 ottobre Muscetta invia a Einaudi due liste di ventiquattro volumi ciascuna (il programma per due anni di uscite), precisando i criteri di scelta:

Opere notissime di autori notissimi, opere poco note dei medesimi, opere degne di essere conosciute e ignorate. Predominante percentuale di narratori, qualche opera di pensiero, qualche opera storica, un po’ di teatro e di epistolari, quasi tutti moderni e qualche antico, assai più stranieri che italiani. Per i contemporanei c’è la difficoltà della proprietà letteraria. Bisognerà che tu mi dia chiarimenti sulle tue intenzioni a questo riguardo.[2]

Nello stesso giorno Giulio Einaudi stende un promemoria sulla nuova collana: ha intenzione di distinguere l’”Universale” in due serie, la Biblioteca classica universale, che dovrebbe costituire il fondo della nostra cultura con autori classici nuovamente scoperti e ripresi, «che per i normali lettori delle altre collezioni Einaudi sono già sottintesi»; la Biblioteca moderna universale, che dovrebbe sfruttare i grandi successi narrativi italiani e stranieri «non degni di entrare nello Struzzo, e i libri di cultura non severi abbastanza per entrare nella Biblioteca di cultura storica o scientifica o economica o politica o filosofica».[3]

L’”Universale” è il frutto materiale della guerra; si caratterizza per il forte impegno civile, ispirato in gran parte dalla ricerca dei valori di cui l’uomo aveva bisogno per sopportare con forza il conflitto mondiale. Anche il piccolo formato è imposto dalla guerra, per la difficoltà a reperire la carta. La principale concorrente è la “Corona” di Bompiani, curata da Vittorini. Con lo stesso prezzo dell’”Universale”, risulta però più accattivante esteticamente e riscuote grande successo.

Per Giulio Einaudi l’”Universale” rappresenta un andare incontro verso i reali bisogni della cultura nazionale. «Tengo molto a che questa collezione non passi per un tentativo di volgarizzamento di cui non si sentiva affatto la necessità, ma per un contributo fattivo a un riesame serio e consapevole del patrimonio culturale universale»[4]. Tuttavia l’impronta civile fortemente ricercata per questa collana è costretta a limitarsi solamente a un determinato genere di volumi a causa dell’intervento della censura, che l’evolvere della guerra rende sempre più cospicuo e imprevedibile. Infatti la maggior parte dei progetti messi in cantiere alla fine del ‘41 si arenano nei divieti di pubblicazione sempre più indiscriminati, di cui risulta difficile comprendere le motivazioni: nomi di autori e libri, nonostante le estenuanti trattative, cadono uno a uno per imposizione del Ministero della Cultura Popolare. Vi è una grossa difficoltà a pubblicare traduzioni di autori appartenenti a paesi contro cui l’Italia è in guerra.

nuova-universale-einaudi2 Nel 1962 il testimone della Universale passa alla Nuova Universale Einaudi, meglio conosciuta come NUE. Nonostante l’ultimo titolo risalga al 2003, è una collana tutt’ora aperta, che conta più di 200 titoli.  Curata inizialmente da Giulio Bollati, è storicamente una delle più rappresentative della casa editrice, sia per la scelta dei titoli sia per la veste grafica: la copertina in tela in carta da zucchero è celata dalla sopraccoperta bianca con le caratteristiche bande rosse orizzontali.

 

[1] Giulio Einaudi ad Arrigo Benedetti, 16 maggio 1942 (AE, incart. Benedetti). In Gabriele Turi, Casa Einaudi…, p. 124.

[2] Carlo Muscetta a Giulio Einaudi, 27 ottobre 194 (AE, incart. Muscetta). In nuova-universale-einaudiLuisa Mangoni, Pensare i libri…, p. 109.

[3] Giulio Einaudi a Mario Alicata, 27 ottobre 1941 (AE, incart. Alicata). In Luisa Mangoni, Pensare i libri…, p. 110.

[4] Giulio Einaudi a Mario Alicata, 22 ottobre 1941 (AE, incart. Alicata). In Luisa Mangoni, Pensare i libri…, p. 107.

@copyright Sara Cappellini

La Recensione: Marco Malvaldi e il nuovo capitolo della serie del BarLume, “Il telefono senza fili”.

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Trama

C’è un nuovo caso per i vecchietti che si riuniscono al BarLume a giocare a carte: Vanessa Benedetti, che gestisce un agriturismo con il marito Gianfranco, dal quale è legalmente divorziata per motivi fiscali, dopo aver comperato chili di carne per la cena, scompare nel nulla. Secondo i vecchietti non può che essere stato il marito a farla fuori e a nascondere il cadavere. Tutto sta nel dimostrarlo. Ma a complicare la vicenda arriva la rivelazione di Atlante il Luminoso, un famoso cartomante, che in diretta da una stazione televisiva annuncia di avere rivelazioni sconvolgenti sul caso di Vanessa. Peccato che dopo qualche giorno venga ritrovato cadavere.

Recensione

Il telefono senza fili fa parte della serie del BarLume, in cui compaiono gli stessi personaggi principali: il proprietario del bar, Massimo, la barista Tiziana, e gli anziani clienti, nonno Ampelio, Aldo, il Rimediotti e il Del Tacca. Tutti i libri della serie sono stati pubblicati nella collana “La memoria” di SellerioLa briscola in cinque (2007), Il gioco delle tre carte (2008), Il re dei giochi (2010), La carta più alta (2012) e Il telefono senza fili (2014).

Lo sferzante dialogo spesso si esprime in italiano vernacolare, cosicché i personaggi ci appaiono pittoreschi e realistici; mentre il groviglio delle situazioni basate su equivoci e cantonate presi dai vecchietti si traducono in un equilibrio comico e poliziesco al tempo stesso. Un modo particolare di fare giallo, insomma, quello di Malvaldi, che lo condisce con ilarità e insieme sarcasmo sui tempi moderni.

Attaccato qui è il gossip, che muove la vicenda. Non per niente il titolo del libro è “Il telefono senza fili”. «Il Teorema Fondamentale del Pettegolezzo afferma che laddove ciascuno di noi cianciasse dei fatti altrui solo con i suoi più cari amici, ed i nostri conoscenti si comportassero esattamente come noi, le notizie da noi riportate prima o poi finirebbero per essere intrappolate in un circolo chiuso, più o meno ristretto [..] Il professionista delle chiacchiere da bar, invece, sa che per far viaggiare velocemente una malignità di qualsiasi tipo è necessario parlarne alle persone che conosciamo appena e che incrociamo sporadicamente».

Tra gli ingredienti del suo successo non manca neppure un pizzico di introspezione sulla vita personale dei personaggi, come ad esempio questo breve passo in cui Massimo riflettendo sul presunto omicidio di Vanessa si ritrova a pensare ai casi suoi: «E ora che invece ci si ritrovava, cominciava a rendersi conto che non solo esisteva, ma che diventava sempre più profondo, ‘sto maledetto solco. Guardare al di fuori, dare un’occhiata al mondo reale, diventava sempre più difficile. Per non parlare di uscirne. Con le proprie forze, manco a pensarci. Ci voleva qualcuno dotato di tenacia, e di tanta pazienza, per tirarlo fuori. Purché arrivasse presto, prima del momento in cui non sarebbe stato più in grado di guardare al di là dei bordi, e avrebbe confuso la propria vita con il tunnel che si era scavato coi suoi stessi piedi, e non ci sarebbe stato più alcun motivo per uscire».

Unico neo di questo piacevole libretto, forse, è la parentela con la commedia all’italiana, che personalmente non amo molto.

Marco Malvaldi

Malvaldi nasce, studia e vive a Pisa, dove è ora assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Chimica dell’Università di Pisa, dopo essersi laureato alla Scuola Normale Superiore.

Il suo primo romanzo, La briscola in cinque, che ha dato avvio alla serie del BarLume, è stato pubblicato nel 2007. A seguire, nel 2008, Il gioco delle tre carte, nel 2010 Il re dei giochi, La carta più alta nel 2012. Milioni di milioni invece si discosta dalla serie del BarLume. È infatti ambientato nell’immaginario paese toscano di Montesodi Marittimo.

Nel settembre 2013 Sellerio pubblica il romanzo Argento vivo, la cui vicenda ruota attorno a un doppio furto: quello di una Peugeut 206 color argento e quella di un computer portatile del medesimo colore; e di una doppia coppia – Paola e Giacomo e Letizia e Leonardo – le cui vicende si aggrovigliano e si sciolgono a corrente alternata.

Editore: Sellerio

Collana: La Memoria

Pagine: 192

Prezzo: 13 euro

Formato: Volumi formato 12 x 17 stampati su carta vergata delle Cartiere Miliani di Fabriano. Copertina in cartoncino. Sovracoperta in carta Ingres Cover con illustrazione al centro.

Giudizio complessivo:  ★ ★ ★

“Gli Struzzi”, collana Einaudi nata nel 1970. Storia ed evoluzione.

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Il logo Einaudi, uno struzzo che morde un chiodo, e le sue diverse rappresentazioni

La collana de “Gli Struzzi” prende il nome dal simbolo della casa editrice: lo struzzo con in bocca un chiodo e il motto “Spiritus durissima coquit”, che calza a pennello con il periodo storico in cui l’Einaudi nasce, in cui si era costretti a digerire i duri “chiodi” del movimento fascista.

In realtà l’origine del logo risale al Dialogo delle imprese militari et amorose di monsignor Paolo Giovio, di cui la prima edizione è del 1574. Si tratta di una raccolta di simboli e motivi allegorici che Giovio stesso crea su commissione per i signori e i capitani che li fanno ricamare sulle bandiere e sulle livree delle proprie Compagnie. Lo struzzo è l’emblema di Girolamo Mattei Romano «capitan de’ cavalli della guardia di Papa Clemente, huomo risoluto e d’alto pensiero, e d’animo deliberato». Mattei chiede a monsignor Giovio di ideargli un emblema «significante ch’un valoroso cuore hà forza di smaltire ogni grave ingiuria», così questi pensa allo struzzo, che una tradizione plurisecolare vede digerire qualsiasi cibo.

“Gli struzzi”, collana ancora oggi attiva, anche se poco utilizzata, nasce nel 1970 per raccogliere ristampe economiche di opere di altre collane che avevano ottenuto successo presso i lettori. «Si rivolge a un vasto pubblico per riproporre libri essenziali: dai classici alla narrativa, alla poesia e al teatro contemporanei»,[1] ospitando anche biografie: Sovversivo. Vita e morte dell’anarchico Serantini di Corrado Stajano (1975), Giovanni Agnelli di Valerio Castronovo (1977), Indagine su un brigatista rosso. La storia di Walter Alasia di Giorgio Manzini (1978).

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Elsa Morante, “La Storia”, “Gli Struzzi” Einaudi, 1974.

È celebre il caso eccezionale di La Storia di Elsa Morante, che l’autrice insiste per pubblicare in una prima edizione economica, con un prezzo di sole duemila lire, sebbene Roberto Cerati, allora direttore commerciale, si opponga: ritiene infatti che un libro di seicentosettanta pagine non debba essere messo in vendita a meno di quattromilacinquecento lire. Per accontentare entrambe le parti propone alla Morante la pubblicazione di due edizioni contemporanee, una rilegata e l’altra tascabile, ma la scrittrice è irremovibile: il suo libro deve essere da subito accessibile a tutti, così La storia viene pubblicata negli Struzzi.[2]

La collana de “Gli Struzzi” oggi pubblica opere di carattere storico e autobiografico, come Il diario di Anna Frank e altre memorie di perseguitati ebrei durante la Seconda Guerra Mondiale, scritti politici come Gramsci a Roma, Togliatti a Mosca, il carteggio del 1926 tra la Direzione del Partito comunista d’Italia e Palmiro Togliatti, che rappresentava il partito presso l’Internazionale comunista, le lettere dal carcere di Massimo Mila, Argomenti strettamente famigliari, e di Aldo Moro, Lettere dalla prigionia, la biografia di Cesare Segre, Per curiosità.

Trovate l’intero catalogo su www.einaudi.it.

[1] Catalogo Einaudi 1999, Le edizioni Einaudi negli anni 1933-1983, p. 873.

[2] Elena Rancati, La Storia, il caso Morante in Libri e scrittori di via Biancamano. Casi editoriali in 75 anni di Einaudi.

@copyright Sara Cappellini

Dalla tesi di laurea I “CORALLI”: UNA STORICA COLLANA EINAUDI DI LETTERATURA CONTEMPORANEA