Approfondimento sui personaggi della trilogia di Ilaria Pasqua, “Il Giardino degli Aranci”

Come sapete Nativi Digitali Edizioni ha organizzato un blogtour per promuovere 10 romanzi del suo catalogo: fino al 15 ottobre i 10 titoli sono in offerta al -50% e ogni giorno un blog ospita un contenuto inedito che li riguarda. Oggi tocca a noi, con un approfondimento sui personaggi di  “Il Giardino degli Aranci”, trilogia di genere distopico di Ilaria Pasqua. Il primo libro, Il mondo di Nebbia, è in promozione, non perdete l’occasione e acquistatelo qui (io ho iniziato a leggerlo e lo trovo molto intrigante!).
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Prima di lasciarvi ai personaggi vi introduco brevemente la trama: Aria vive in un Mondo di Nebbia, un luogo dove la vita sembra scorrere normalmente, ma che in realtà nasconde inquietanti segreti, a incominciare dalle strane forme di fumo nero che prendono gli incubi: procioni, serpenti, cavallette, gechi, ombrelli… A controllare la città sono i Cinque Sacerdoti, la loro parola è legge. Aria non è però una ragazza come tutte le altre: in quel mondo ha la sensazione di “girare a vuoto”, e dentro di sé sospetta che dietro ai suoi incubi ci siano verità dimenticate… sarà l’incontro con Will, che come lei sembra frustrato e insoddisfatto da quella realtà, a rivelarle che tutto quello in cui credeva prima è nient’altro che un’illusione. Qual è la verità dietro quel mondo? Chi sono i Cinque? E in che modo Aria ha il potere di cambiare tutto?

Chi sono i personaggi che si muovono in questo Mondo di Nebbia? A raccontarceli la stessa autrice, Ilaria Pasqua: il-mondo-del-bosco-400x533


Aria
: non c’è nome più adatto a descriverla. Aria è un tipo testardo e tutto pepe, dalle maniere brusche ma dal cuore d’oro. È una mangiona, e all’apparenza non sembra aver bisogno di nessuno. Il fatto che non sia vero, ma che continui comunque con tutte le forze a cercare di essere indipendente la rende speciale agli occhi degli altri.

Ciò che cerca sempre di fare, anche se forse non se ne rende conto, è tendere al cielo, essere libera. Per questo il mondo di nebbia è troppo per lei. Una prigione che non può sopportare. Ma anche nel mondo del bosco troverà un altro genere di prigione che per lei potrebbe essere persino peggiore della precedente…

Will: questo ragazzo è cresciuto nell’ombra. È infatti silenzioso ma pieno di calore. Sa come far sentire gli altri apprezzati. Capisce al volo se c’è qualcosa che non va nell’aria. È un intuitivo ma poco impulsivo, al contrario di Aria che la maggior parte delle volte si butta senza pensare affatto alle conseguenze. Lui pensa troppo alle conseguenze. Per questo appare a volte un po’ bloccato. Questo personaggio è nato durante una bellissima passeggiata tra le montagne del Trentino. Il cielo era carico di minacciose nuvole grigie pronte a scaricare pioggia da un momento all’altro, ma il verde tutt’intorno era spiazzante. Will mi è sempre apparso così.

Henry: il saggio Henry. Questo ragazzo è cresciuto in una casa piena d’amore e di risate. È un tipo rilassato, che è in grado di mettere a suo agio anche le pietre. Non passa inosservato, anche se vorrebbe, ma la vicinanza di Aria di fatto è stato il miglior mantello dell’invisibilità. Per lui non c’è compagnia migliore che quella dei suoi amici. È il più legato agli altri, e forse più degli altri è pronto a sacrificarsi in caso di necessità. Lui segue i più alti ideali di amicizia e amore, senza preoccuparsi troppo di ciò che di brutto c’è nel mondo. È uno spirito positivo.

Ha solo una cosa che lo rende strano: ama toccare le cose, potrebbe passare ore a sfiorare muri e superfici. Forse perché vorrebbe conoscere fino in fondo tutto ciò che lo circonda. O forse solo perché è strano.

Dan: raggio di sole. Dan è nato da un raggio di sole. Per me il sole e lui sono inseparabili. Tutto ciò che rappresenta il sole in una giornata, lo fa Dan nella vita degli altri. Spensierato, avvolgente, un leader nato che però nasconde dentro di sé un piccolo velo d’invidia…

Marcus: la vita con Marcus non è stata affatto generosa. Si è divertita a mangiarlo pezzo per pezzo senza che potesse far nulla per impedirlo. Marcus è un ragazzo debole che non è in grado di vedere il bello di questo mondo. Ha conosciuto una sola persona speciale ed è scappato via, le scuse che si è dato per essere infelice sono la sua giustificazione a non vivere.

Marcus rappresenta tutta la mia negatività. Proprio come il mondo di nebbia.

Lucas: un tempo era il calore che riusciva ad avvolgere la stanza. Allegro, sveglio, spigliato, dal sorriso disarmante. Lucas era il tipo di persona che avrei voluto conoscere; capace di attirare l’attenzione senza volerlo, di strappare una risata con una semplicità incredibile. È disperatamente ottimista e fino all’incontro di Marcus non pensava potesse davvero esistere il male…

Wade: anima semplice, è un tipo che non si arrende mai. Un po’ come sua figlia Aria non accetta le imposizioni, né che le cose non possano andare nel modo che desidera. Insiste finché non riesce. Ma a volte i desideri e l’ostinazione non bastano. E Wade lo imparerà molto bene nel corso della trilogia.

Loren: di Loren credo di averne conosciute molte nella mia vita. Impaurita è il termine che mi viene in mente prima di tutti gli altri. Non sa bene cosa ci fa nella vita, non sa adattarsi alla sua stessa esistenza. Ha difficoltà ad analizzare ciò che ha intorno anche se ci prova con tutte le sue forze. Sua sorella è l’unico appiglio, e forse l’unica cosa che riesce a farla sorridere. Quando è con lei si dimentica di tutto il resto e riesce a stare bene. Ma non dura mai abbastanza.

Mary: è un’Aria in miniatura, o un’aspirante Aria. Ha in sé quel seme da “rivoluzionaria” solo che è nata in un’epoca che non le può permettere di svilupparlo. In un mondo impossibile, lei cerca comunque di mantenere la sua dignità. È ancora troppo giovane però per scegliere con coscienza la sua vita. Forse Aria le darà una fiducia eccessiva, vedrà troppo oltre le sue capacità. E sbaglierà. Per Mary Loren è tutto, proprio come per la sorella. Se non avesse lei da proteggere, la sua linguaccia se ne starebbe chiusa in bocca, forse. Non ama ciò che la circonda, ma non ha ancora trovato il coraggio per tentare di cambiare le cose. D’altronde la sorella le dice: “sei un microbo”, e in effetti è proprio troppo piccolina per stringere tra le mani il destino di quel mondo, e forse anche per tenere il suo.

Peter: un ragazzo semplice nel senso più buono del termine. Ama lavorare nei campi ma crede ci sia di più nella vita. Solo che non sa bene cosa. Non è un tipo troppo intelligente, ma compensa tutto ascoltando gli altri, è un gran ascoltatore e a pelle riesce a capire se negli altri c’è qualcosa che non va. Interpreta le maree del suo mondo, e le osserva in silenzio.

Will diventerà per lui un raggio di speranza, la possibilità di avere qualcosa di meglio. Si farà tentare da tutto quello che il ragazzo gli racconterà. Sognerà a occhi aperti un luogo che non ha mai visto e questo suo desiderio oscurerà tutto il resto, anche il buonsenso.

Merrick: glaciale e freddo come una pietra, quest’uomo sembra arrivato da un altro pianeta. Non sembra avere nessuna caratteristica che lo possa avvicinare a un essere umano. Persino guardando la sua pelle si direbbe morto. Morto. Merrick sembra un cadavere che pensa. Pensa molto, e anche molto bene, è un calcolatore dalla mente sempre attiva. Un manipolatore che ha ben più di queste particolarità. Forse nasconde qualcosa?

Non perdetevi le prossime tappe del blogtour, con tante curiosità sugli altri 9 romanzi!

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#teatro – Il Feudatario di Carlo Goldoni

il feudatario carlo goldoni

Compagnia “La Barcaccia” di Verona, regia di Roberto Puliero.

Lo spettacolo è il frutto della preziosa riscoperta di un testo goldoniano insieme misconosciuto e sorprendente, nato proprio in territorio veronese durante un breve soggiorno dell’Autore nel feudo di Sanguinetto, dov’egli era stato chiamato in qualità di Cancelliere “per redigere un processo verbale”: è qui che Goldoni, affascinato e incuriosito, incontra la pittoresca umanità dei contadini del luogo, e insieme la appassionante vicenda che farà da filo conduttore della commedia. L’eccezionalità del testo (datato 1752) è data dal fatto che, per la prima e unica volta all’interno del suo sconfinato repertorio, Goldoni rende protagonista d’una sua opera la categoria dei “villani”, sorridendo benevolmente della loro ingenua rozzezza, subito utilizzata a fini spettacolari, ma nel contempo sottolineando con ammirazione la loro capacità di riunirsi, di fare comunità, di difendere i propri diritti sino alla rivolta pur di liberarsi di antichi soprusi.

Ridicolmente convinto di poter ancora esercitare dei privilegi superati appare invece il vanesio marchesino Florindo, personificazione di quella nobiltà in declino contro cui Goldoni amava lanciare i suoi strali , denunciandone la perdita dei valori antichi qui limpidamente rappresentati, invece, dalla marchesa madre Beatrice, nobile d’animo prima che di nascita.

il feudatario carlo goldoniIl filo narrativo della trama vede a loro contrapposta, per una complessa lite sulla eredità del feudo, la giovane Rosaura, insieme dolce e puntigliosa orfanella dell’antico signore del luogo. Quando le incoscienti bizzarrie del Marchesino si spingeranno ad insidiare le donne del paese, la comunità dei villani non esiterà ad insorgere e a schierarsi apertamente dalla parte della fanciulla.

La commedia a quel punto velocemente scivola verso l’immancabile lieto fine, determinato insieme da saggezza popolare e nobiltà antica; ma, soprattutto, magicamente sintetizza un momento storico in cui il popolo prende coscienza di sè ribellandosi ad anacronistiche prepotenze.

La messinscena de “La Barcaccia”- è impreziosita dalla rielaborazione in volgare rustico della parlata dei villani, realizzata dallo studioso Marino Zampieri che ne ha meticolosamente ricostruito e reinventato il linguaggio attingendo al ricchissimo patrimonio letterario dell’area veneta. La parlata dei villani e il mirabile disegno di personaggi e situazioni insieme con-corrono così al trascinante divertimento della commedia, puntualmente garantito dal più straordinario inventore di teatro di ieri e, più che mai, anche di oggi.

Per tutte le info sul Gad: www.festivalgadpesaro.it.

gad festival pesaro programma

Uno, nessuno e centomila libri in #BlogTour con Nativi Digitali

nativi digitali on blogtourUno, nessuno e centomila libri partecipa al BlogTour organizzato da Nativi Digitali per promuovere 10 dei loro ebook, che “faranno un giro” in 15 blog ospiti, attraverso contenuti originali e inediti curati dagli autori. E non finisce qua: gli ebook partecipanti saranno in offerta a -50% dall’1 al 15 ottobre, per tutta la durata del BlogTour, sul sito di Nativi Digitali e tutti gli altri ebook store.

Noi abbiamo già letto alcuni libri pubblicati da Nativi Digitali Edizioni, e li abbiamo trovati molto carini. Uno di essi, Papà era un bandito di Maria Chiara Perri fa parte dei 10 ebook in promozione, vi consiglio di approfittarne!

Ecco la lista completa degli ebook al -50%:

Maria Chiara Perri – “Papà era un Bandito” (Young Adult)
Gianluca Malato – “Il Cuore di Quetzal” (Sword and Sorcery, Fantasy)
Lorenzo Sartori – “Lo strano caso di Michael Farner” (Noir, umoristico)
Ilaria Pasqua – “Il Giardino degli Aranci – Il mondo di Nebbia” (Distopico, Urban Fantasy)
Chiara Zanini – “Fernweh” (Fantascienza, distopico)
Manuel Marchetti “Valerie Sweets – La Gente mi chiede perché bevo” (Azione, Thriller, Fantasy)
Marco Frullanti “Anni ’90” (Raccolta di articoli, demenziale)
Andrea Casalboni “Storie di un Viaggiatore Immortale” (Storico, Fantasy)
Andrea de la Guarra – “Eroi del Silenzio” (Romanzo di formazione, LGBT)
Mara Boselli – “Una vita a Colori” (Romance)

Qui la pagina facebook dell’evento:  https://www.facebook.com/events/951338754930764 in cui potete iscrivervi come partecipanti in modo da rimanere sempre informati di ogni nuovo contenuto originale che sarà pubblicato dai vari blog.

Ecco la lista completa delle tappe del tour:

Data Blog Ospite Contenuto Originale
01/10/15 Peccati di Penna “Pietre, Detriti, Macerie” – Spin-off di Fernweh
02/10/15 Il bosco dei sogni fantastici La storia dietro il Booktrailer di “Valerie Sweets”
03/10/15 Il mondo di Sopra Intervista a Tristan Garden di “Storie di un Viaggiatore Immortale”
04/10/15 Le Recensioni della Libraia Celebrity Deathmatch, spin-off di “Anni ’90”
05/10/15 Uno, nessuno e centomila libri Approfondimento sui personaggi di “Il Giardino degli Aranci”
06/10/15 Leggendo Romance Spin-off I di “Una Vita a Colori”
07/10/15 Il Momento di Scrivere Intervista a Michael Farner de “Lo Strano Caso”
08/10/15 La Fenice Books Prequel di “Papà era un Bandito”
09/10/15 Libri di Cristallo “Era la Mia casa”, racconto inedito dell’autore di “Eroi del Silenzio”
10/10/15 Cricche Mentali “Sarabanda”, spin-off di “Anni ’90”
11/10/15 Fantasticando sui libri I Capitolo del seguito di “Storie di un viaggiatore immortale”
12/10/15 Il Piacere di Scrivere La vera storia dietro a “Valerie Sweets”
13/10/15 Delos Books Approfondimento sulle Rune di “Il Cuore di Quetzal”
14/10/15 Cafè Litteraire da Muriomu Approfondimento sui luoghi di “Il Giardino Degli Aranci”
15/10/15 Ramingo Blog Spin-off II di “Una Vita a Colori”

Non perdetevi la possibilità di conoscere tante curiosità su questi dieci romanzi, sono sicura che troverete quello che si addice perfettamente ai vostri gusti di lettori! 😉

#Teatro – La signorina Papillon di Stefano Benni

la signorina papillon gad recensioneSi è aperto lo scorso fine settimana il 68° Festival Nazionale dei Gruppi d’Arte Drammatica di Pesaro. Il primo spettacolo, Il giardino dei ciliegi di Anton Cechov, è stato portato in scena da una compagnia teatrale locale, La Piccola Ribalta.

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Il Festival è una delle manifestazioni più seguite dalle Compagnie di Prosa italiane e l’ammissione alla fase finale è sempre motivo di orgoglio per le compagnie che vengono selezionate per la fase finale. Per informazioni sul Festival e sui prossimi spettacoli in programma vi rimando al sito, www.festivalgadpesaro.it.

Ieri sera è stata la volta di La signorina Papillon, un testo di Stefano Benni portato in scena dalla Compagnia Stabile del Leonardo di Carbonera (Treviso) con la regia di Giovanni Handjara.

La signorina Rose Papillon vive nel piccolo mondo del suo giardino, dove coltiva rose, colleziona farfalle, scrive sul suo diario e parla con il fedele ma un tantino impagliato pappagallo, che quando era in vita conosceva a memoria tutto Mallarmé. Potrebbe sembrare ingenua e indifesa, ma in realtà ha il suo caratterino.

A disturbare il suo piccolo angolo di paradiso tre personaggi che pian piano si caratterizzano come agenti di una dimensione onirica, che da un certo punto in poi non ci sono dubbi sia un incubo: il conte Armand, sergente di una loggia simil-massonica, il famoso poeta Millet travestito da giardiniere e la civettuola cugina Marie Luise, una donna spregiudicata e ambigua che chiama Rose “bietola”, rinfacciandole di essere una povera campagnola ingenua niente affatto adatta alla vita di Parigi. Tutti e tre vogliono portarla con sé a Parigi, l’antitesi del giardino idilliaco di Rose: una città viva e pulsante, ricca di movimento, dove le donne sono ciniche e succede di tutto, compresi inganni e delitti.

la signorina papillon recensione

La Parigi di Benni non è la vera e propria città francese, ma una dimensione surreale che rappresenta un luogo dell’anima. La signorina Papillon potrebbe essere collocata alla fine dell’800 per gli abiti, ma anche nel nostro tempo, visto che è evidente l’intenzione di ambientarvi fatti e misfatti che potrebbero tranquillamente corrispondere a quelli del nostro presente. Si tratta insomma un teatro dell’assurdo, tra sogno e incubo, fantasia e realtà, non è ben chiaro cosa faccia parte di un sogno di Rose o cosa sia accaduto davvero, sempre ammesso che non si tratti interamente di un sogno. Forse lo scopo di Benni è proprio questo: rappresentare sotto metafora le ipocrisie e le follie di una società cinica e disincantata, in evidente decadenza e imbarbarimento, tra complotti e delitti.

Il vulcanico virtuosismo linguistico di Stefano Benni, ha reso lo spettacolo un carosello vorticoso e multicolore che fa ridere e girare la testa.  Le parole, talora difficili ma appropriatamente costruite, sempre disposte come in un perpetuo scioglilingua, con il loro supremo potere caotico, sono le vere protagoniste, tessono dialoghi ricchi, taglienti, frenetici, edificano mondi, alterano realtà, identità, ruoli, rifondano valori e disvalori.

The making of Harry Potter: tutte le scenografie e i costumi originali del film.

the making of harry potter entrataDa una grande fan di Harry Potter, nel mio soggiorno a Londra non poteva mancare la visita di The Making Of Harry Potter, il tour negli Studios della Warnes Bros, dove si possono visitare le scenografie originali dei film, vedere gli oggetti “magici” e i costumi degli attori.

oggetti magici, the making of harry potter

The making of Harry Potter, i costumi di Dolores Umbridge
I vestiti, rigorosamente rosa, di Dolores Umbridge.

Il tour è iniziato con la Sala Grande, che è una vera sala tutta di pietra, compreso il pavimento, anche se è molto più piccola di quello che sembra nei film.

the making of harry potter - il leggio di Silente, Sala Grande

In unico ambiente si trovano invece le scenografie di vari luoghi di Hogwarts: la Sala Comune dei Grinfondoro, il Dormitorio, l’aula di pozioni, lo studio di Silente, la Capanna di Hagrid, che è una vera capanna!… ma anche la Tana!

the making of harry potter - il dormitoriothe making of harry potter - l'aula di pozioni

The making of harry potter - l'ufficio di dolores umbridge the making of harry potter - l'entrata nella camera dei segreti

Il momento che aspettavo di più era quello di passeggiare lungo Diagon Alley, guardando le colonne storte della Gringott, la Firebolt nella vetrina di “Accessori di prima qualità per il Quidditch”, la caricatura dei gemelli Weasley che saluta levandosi il cappello troneggiare sopra il negozio Tiri Vispi Weasley… Ma quello che mi ha emozionato di più è stato vedere la sede della Gazzetta del Profeta (quanto vorrei lavorare lì!!) e la vetrina del Ghirigoro (come sapete adorooo i negozi di libri, soprattuto quelli di magia!! 😉

the making of harry potter - tiri vispi weasley Tiri Vispi Weasley
the making of harry potter - olivander
Olivander
the making of harry potter - il ghirigoro
Il Ghirigoro

Molto interessante è stato capire i meccanismi di scena, come siano stati realizzati i costumi e soprattutto le maschere delle creature magiche, come i folletti. Dietro le quinte dei film di Harry Potter hanno lavorato migliaia di persone, che hanno realizzato tutte le scenografie, dipinto a mano tutti i quadri, realizzato i marchingegni per i quali sembra che gli oggetti si muovano per magia…

Sapete quanto tempo ci è voluto per realizzare il plastico, grande come una stanza, del castello di Hogwarts? 40 giorni! Sì, perché, per chi di voi non lo sapesse, il castello di Hogwarts non esiste nella realtà, è stato disegnato e progettato interamente dallo staff del film!
the making of harry potter - le maschere dei folletti the making of harry potterPS: per i video di avvenimenti magici tenete d’occhio la pagina Facebook!

Auguri “Alice nel paese delle meraviglie”: 150 anni e non sentirli

alice nel paese delle meraviglie-martin-gardner“Alice nel paese delle meraviglie” di Lewis Carroll, uscito nel 1865, compie 150 anni di fortunatissima carriera. Dal momento della pubblicazione, il libro non ha mai smesso di essere uno dei più amati dai bambini e dagli adulti di tutto il mondo, tra ristampe, musical e trasposizioni cinematografiche (l’ultima in ordine di tempo è quella diretta da Tim Burton).

Per trovare l’origine del romanzo bisogna risalire al 1862, quando una bambina di nome Alice, figlia di George Liddell decano del Christ Church College, chiese al reverendo britannico Charles Lutwidge Dogson (Lewis Carroll è infatti uno pseudonimo) di raccontarle una storia. Da questa richiesta nacque il Paese delle Meraviglie e tutti i suoi bizzarri abitanti.

Continua a leggere qui.

Perché #ioleggoperché va alla grande!

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L’ho dovuto studiare da lontano, guardare con occhio critico, propormi come Messaggero per poi non farne più niente per capire meglio come funzionasse, che cosa fosse veramente.

Mi pareva un’iniziativa troppo di massa e non mi sono fidata sulla sua qualità. Il risultato finale lo commenteremo insieme dopo il 23 aprile, magari, ma intanto lasciatemi finalmente dire che, per ora, #ioleggoperché va alla grande.

In tutta Italia fioccano le iniziative volte a promuovere la lettura nel giorno prescelto, il 23 aprile: incontri, reading, bookcrossing ed eventi in scuole, università, librerie, biblioteche, associazioni.

È virale la canzone “Le storie che non conosci”  che Samuele Bersani e Pacifico hanno composto e interpretato come colonna sonora di #ioleggoperché. Il brano è stato realizzato a titolo gratuito dagli artisti e il ricavato sarà interamente devoluto in beneficenza alla FONDAZIONE LIA,  per finanziare laboratori di lettura per bambini non vedenti e ipovedenti a Bologna.

Inoltre in due partite di serie B, una il weekend scorso e la prossima il 19 aprile, la squadra ospitante consegna un libro della collana #ioleggoperché agli avversari. Gli arbitri nella partite di sere A TIM indosseranno la maglietta  #ioleggoperché.

Inoltre gli speaker di R101 leggeranno e interpreteranno gli incipit dei 24 libri della collana #ioleggoperché.

Giovedì sera su Rai Tre ci sarà una puntata dedicata a #Ioleggoperché con tanti narratori, scrittori, artisti, musicisti, che racconteranno una storia, leggeranno una pagina, suoneranno una canzone. Da Vinicio Capossela ad Alessandro Bergonzoni, da Luis Sepulveda a Gianrico Carofiglio, da Carmen Consoli a Neri Marcorè e poi Emis Killa, Umberto Eco, Malika Ayane e Geppi Cucciari fino alle migliaia di volontari che quel giorno distribuiranno i libri della collana speciale #ioleggoperché in tutta italia, tutti contribuiranno in una serata speciale a raccontare prima di ogni altra cosa l’amore per i libri.

Se qualcuno di voi è messaggero, come avete intenzione di consegnare i libri il 23 aprile?

Buona Pasqua!

Buona Pasqua amici lettori!

Che libro vi accompagnerà in queste mini vacanze (per tutti i fortunati che le hanno, per lo meno)?

Io mi dedicherò a Carlo Lucarelli e al primo libro pubblicato in italiano di Jennifer Niven, un’autrice molto amata in America: Raccontami di un giorno perfetto.pasqua1

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Arriva in Italia il musical made in Broadway “Beauty and the Beast”

Beauty and the Beast, il musical made in Broadway ora in Italia

Beauty and the Beast, il musical made in Broadway ispirato al cartons Disney La Bella e la Bestia arriva oggi in Italia al teatro Rossetti di Trieste e il 10 Dicembre agli Arcimboldi di Milano.

Beauty and the Beast, il musical made in Broadway ora in Italia

Non era mai accaduto prima che nel nostro Paese andasse in scena uno spettacolo interamente originale, con lo stesso cast, la stessa scenografia, i costumi e persino la lingua: il musical sarà interamente in inglese, con sottotitoli sugli schermi.

L’idea di organizzare un tour dello spettacolo integralmente originale è nata per festeggiare i vent’anni dal debutto del musical, che fin da subito ha ottenuto un successo clamoroso tanto che è rimasto in programma sul palco americano per tredici anni, spostandosi anche all’estero, in 22 Paesi (e 8 lingue). Beauty and the Beast era già stato anche in Italia, in lingua italiana e con il titolo tradotto nel nostro La Bella e la Bestia.

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Il musical ha vinto numerosi premi, tra cui il premio Olivier per il Miglior Musical a Londra, ed è il settimo show in durata nella storia di Broadway.

Il tour prevede, oltre all’Italia, Turchia, Abu Dhabi, Grecia, Filippine, Thailandia, Singapore, Indonesia, Macao. Il regista, Rob Roth, è lo stesso dal primo spettacolo, nel 1994, con il quale ha debuttato a teatro e per il quale ha ricevuto la nomination al premio Tony come migliore regista.

Anche la costumista, Ann Hould-Ward, è la stessa degli inizi, e ha vinto il premio Tony grazie al suo lavoro per Beauty and the Beast. In questi vent’anni ha realizzato ben 580 favolosi costumi.

A impersonare “la Bella” e “la Bestia” Hilary Maiberger e Darick Pead, che potete vedere cantare in questo video.

 

Isabel Allende riceve la Medaglia della libertà dal Presidente Obama

isabel-allende-ritrattoTra le diciannove persone, tra musicisti, attori e attivisti, che riceveranno la Medaglia della libertà dal Presidente Obama il prossimo 24 Novembre, c’è anche la scrittrice cilena Isabel Allende.

Il riconoscimento viene assegnato dalla Casa Bianca alle persone che si sono distinte nel dare un contributo straordinario al loro Paese, di qualunque genere sia.

Isabel Allende ha scritto oltre 20 romanzi, saggi e YA fiction books, di cui alcuni trattano temi storici (come la guerra civile in Cile). È tra gli scrittori che più apprezzo: i suoi libri sono originali e completamente diversi l’uno dall’altro, adoro il suo modo di scrivere e soprattutto quel tocco di magia che non manca mai anche quando il soggetto è un tema storico (il suo modo di scrivere è stato infatti definito “realismo magico”).

Ho letto vari suoi romanzi, di cui vi faccio una veloce sinossi, a cominciare da La casa degli spiriti, che è il primo libro che ha scritto e che, a mio parere, rimane il più bello di tutti.

La casa degli spiriti.

la-casa-degli-spiriti-isabel-allende-copertina lacasadeglispiritiLa casa degli spiriti fu scritto per tener viva la memoria della famiglia Allende in Cile, e della storia recente del loro Paese. Nel libro si narra la storia della famiglia Trueba, a iniziare dal patriarca dal carattere ferreo, Esteban, che dalle miniere si fa strada fino a divenire il patròn delle Tres Marias, una fattoria dove sua figlia Bianca cresce giocando con il figlio di due lavoratori, Pedro, finché i due diventano abbastanza grandi da innamorarsi. Esteban fa di tutto per allontanarli l’uno dall’altro. La moglie di Esteban è l’eterea Clara, capace di vedere i morti.

Celebre il film La casa degli spiriti, con il cast d’eccezione che vede Jeremy Irons nei panni di Esteban, una favolosa Meryl Streep a interpretare Clara, mentre Glenn Close è la povera zia zitella di Bianca, che nella sua versione adulta è Winona Ryder, con tanto di Antonio Banderas come innamorato.

paula-isabel-allendePaula.

Isabel Allende ha scritto questo romanzo autobiografico per sua figlia Paula, morta nel 1992. La scrittrice racconta come, mentre sua figlia era in coma, lei spendeva ogni minuto in cui era sveglia insieme a lei, raccontandole la storia della sua famiglia. La maggior parte del libro è quindi costituito da flashback che raccontano gli avvenimenti della famiglia Allende, rivelando ricordi, segreti e vicende, in modo che se Paula fosse sveglia, si sentirebbe circondata dall’amore di sua madre e dei ricordi delle persone a cui deve le sue origini. La lettura è veramente commovente e vi farà piangere in vari punti del libro.

La trilogia Le avventure di Aquila e Guaguaro.

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La trilogia per ragazzi La città delle bestiel Regno del Drago d’oro e La foresta dei pigmei, narra la storia di Alex e Nadia. Alex ha quindici anni e la sua vita è del tutto normale finché sua nonna Kate, famosa giornalista sempre in giro per il mondo, lo porta con sé in una pericolosa missione nella foresta amazzonica che gli fa vivere una straordinaria avventura.Sulle tracce di una leggendaria creatura dalle dimensioni mostruose, il ragazzo incontra Nadia, figlia della guida brasiliana che accompagna la spedizione. Insieme i due ragazzi dovranno affrontare la Bestia, svelare il mistero dell’acqua della vita e delle uova di cristallo, scoprire dove vive il Popolo della Nebbia e salvare gli indios dallo sterminio. Durante la pericolosa avventura assumono il nome di quello che scoprono essere il loro animale totemico: Aquila per Alex e Giaguaro per Nadia.

Nei capitoli successivi i due ragazzi vivranno altre avventure, sempre al seguito dell’intrepida nonna Kate, nel Regno Proibito, tra le montagne dell’Himalaya, dove conosceranno la medicina orientale, le arti marziali, il buddismo e vedranno messa a repentaglio l’armonia di una cultura millenaria, e poi in un safari a dorso d’elefante nel cuore dell’Africa, tra coccodrilli, re, generali, stregoni voodoo e missionari, dove l’antico popolo dei pigmei è tenuto in schiavitù da tre avidissimi potenti.

Zorro. L’inizio della leggenda.

Isabel Allende - Zorro

Ho letto da poco questo libro, di cui trovate una recensione più approfondita qui.

Prequel delle celeberrime avventure di Zorro, l’eroe mascherato, Isabel Allende crea per Zorro un’avventurosa infanzia: una madre meticcia che è stata una valorosa guerriera mascherata come un lupo; una nonna, Civetta Bianca, capo di una tribù, che lo consacra alla vita adulta con un rito di iniziazione indios durante il quale scopre che il suo animale totemico è uno zorro, una volpe; gli anni in Spagna, in cui entra a far parte di una società segreta che difende chi viene trattato ingiustamente, la fuga, il rapimento da parte dei pirati… Avventure che forgiano Diego De La Vega e lo portano a diventare il Robin Hood californiano che si batte a difesa degli indios che noi tutti conosciamo, grazie a innumerevoli film e serie tv.

È una storia ricca, eccitante, a dir poco fantasiosa. Ma, come è tipico della Allende, mentre si leggono anche le parti più avventurose, o quelle in cui compare la magia, si ha un’impressione del tutto realistica dell’insieme. Non per niente lo stile di Isabel Allende è stato definito “realismo magico”.

Il gioco di Ripper.

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Ultimo romanzo della Allende, nel Il gioco di Ripper la scrittrice sperimenta un nuovo genere: la caccia al serial killer, condotta però da una ragazzina nerd tutt’ossa di nome Amanda e suo nonno Kaleb. Ad aiutarli un gruppo di adolescenti che si dà appuntamento la notte su un forum, chiamato “Il gioco di Ripper”, dal nome inglese di Jack lo Squartatore, in cui discutono di crimini irrisolti, con tanto di dettagli macabri. A comporre il gruppo, oltre ad Amanda che ne è la fondatrice, un ragazzo neozelandese paraplegico in seguito a un incidente, un nerd del New Jersey che non esce mai dalla sua stanza, un’anoressica di Montreal alla quale i digiuni provocano visioni profetiche e un orfano afroamericano di 13 anni con un QI di 156.

Si tratta quindi di un thriller, in cui non mancano i colpi di scena, gli inseguimenti e le sparatorie, un genere mai tentato prima dalla Allende, in cui comunque appare inconfondibile il tocco della Allende, che fa compiere gli indagini a ragazzini asociali e particolarmente intelligenti e un anziano signore. Non manca nemmeno qui un piccolo accenno al metafisico.