#Libreriedalmondo: una libreria giapponese vende un solo libro alla settimana

Morioka-Shoten-Ginza

“Issatsu, Isshitsu”, un unico libro in un’unica stanza, questa è la filosofia della libreria Morioka Shoten Ginza, che si trova nel prestigioso Suzuki Building, storico edificio di Tokyo.

L’idea di base della libreria è quella opporsi alla grande e disinformata quantità di libri delle librerie tradizionali: il signor Yoshiyuki Morioka vende un solo libro a settimana che sceglie personalmente, ma su quell’unico volume è disponibile a spiegazioni e confronti con i potenziali lettori, oltre ad organizzare ogni giorno incontri con l’autore o altri eventi.

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Harry Potter e la Pietra Filosofale torna in libreria con le illustrazioni di Jim Kay

HP-e-la-Pietra-Filosofale-illustrazioni di jim kay

Il 22 ottobre il mago più amato di tutto il mondo torna sugli scaffali delle librerie italiane con un’edizione illustrata di “Harry Potter e la Pietra Filosofale”, primo libro della saga.

I disegni, tutti rigorosamente a colori, sono opera di un illustratore inglese scelto personalmente da J.K. Rowling: si tratta di Jim Kay, vincitore della Kate Greenway Medal, uno dei massimi riconoscimenti a livello internazionale dedicati all’illustrazione per ragazzi.

La casa editrice Salani ha annunciato che il progetto non si fermerà con “Harry Potter e la pietra filosofale”, ma proseguirà con le edizioni illustrate degli altri sei libri della saga.

Se vi venisse spontaneo credere che le illustrazioni di Jim Kay non aggiungano nulla di nuovo, perché avete impressi in mente i disegni in bianco e nero delle vecchie edizioni Salani, o più probabilmente le pensate molto simili alle ben note immagini dei film, di cui vi sono ben familiari gli onnipresenti volti dei tre protagonisti, siete fuori strada: le nuove illustrazioni (più di 100) che accompagneranno il lettore attraverso la vita di Harry a Privet Drive e poi nelle prime avventure alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, vi lasceranno a bocca aperta.

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Uno, nessuno e centomila libri in #BlogTour con Nativi Digitali

nativi digitali on blogtourUno, nessuno e centomila libri partecipa al BlogTour organizzato da Nativi Digitali per promuovere 10 dei loro ebook, che “faranno un giro” in 15 blog ospiti, attraverso contenuti originali e inediti curati dagli autori. E non finisce qua: gli ebook partecipanti saranno in offerta a -50% dall’1 al 15 ottobre, per tutta la durata del BlogTour, sul sito di Nativi Digitali e tutti gli altri ebook store.

Noi abbiamo già letto alcuni libri pubblicati da Nativi Digitali Edizioni, e li abbiamo trovati molto carini. Uno di essi, Papà era un bandito di Maria Chiara Perri fa parte dei 10 ebook in promozione, vi consiglio di approfittarne!

Ecco la lista completa degli ebook al -50%:

Maria Chiara Perri – “Papà era un Bandito” (Young Adult)
Gianluca Malato – “Il Cuore di Quetzal” (Sword and Sorcery, Fantasy)
Lorenzo Sartori – “Lo strano caso di Michael Farner” (Noir, umoristico)
Ilaria Pasqua – “Il Giardino degli Aranci – Il mondo di Nebbia” (Distopico, Urban Fantasy)
Chiara Zanini – “Fernweh” (Fantascienza, distopico)
Manuel Marchetti “Valerie Sweets – La Gente mi chiede perché bevo” (Azione, Thriller, Fantasy)
Marco Frullanti “Anni ’90” (Raccolta di articoli, demenziale)
Andrea Casalboni “Storie di un Viaggiatore Immortale” (Storico, Fantasy)
Andrea de la Guarra – “Eroi del Silenzio” (Romanzo di formazione, LGBT)
Mara Boselli – “Una vita a Colori” (Romance)

Qui la pagina facebook dell’evento:  https://www.facebook.com/events/951338754930764 in cui potete iscrivervi come partecipanti in modo da rimanere sempre informati di ogni nuovo contenuto originale che sarà pubblicato dai vari blog.

Ecco la lista completa delle tappe del tour:

Data Blog Ospite Contenuto Originale
01/10/15 Peccati di Penna “Pietre, Detriti, Macerie” – Spin-off di Fernweh
02/10/15 Il bosco dei sogni fantastici La storia dietro il Booktrailer di “Valerie Sweets”
03/10/15 Il mondo di Sopra Intervista a Tristan Garden di “Storie di un Viaggiatore Immortale”
04/10/15 Le Recensioni della Libraia Celebrity Deathmatch, spin-off di “Anni ’90”
05/10/15 Uno, nessuno e centomila libri Approfondimento sui personaggi di “Il Giardino degli Aranci”
06/10/15 Leggendo Romance Spin-off I di “Una Vita a Colori”
07/10/15 Il Momento di Scrivere Intervista a Michael Farner de “Lo Strano Caso”
08/10/15 La Fenice Books Prequel di “Papà era un Bandito”
09/10/15 Libri di Cristallo “Era la Mia casa”, racconto inedito dell’autore di “Eroi del Silenzio”
10/10/15 Cricche Mentali “Sarabanda”, spin-off di “Anni ’90”
11/10/15 Fantasticando sui libri I Capitolo del seguito di “Storie di un viaggiatore immortale”
12/10/15 Il Piacere di Scrivere La vera storia dietro a “Valerie Sweets”
13/10/15 Delos Books Approfondimento sulle Rune di “Il Cuore di Quetzal”
14/10/15 Cafè Litteraire da Muriomu Approfondimento sui luoghi di “Il Giardino Degli Aranci”
15/10/15 Ramingo Blog Spin-off II di “Una Vita a Colori”

Non perdetevi la possibilità di conoscere tante curiosità su questi dieci romanzi, sono sicura che troverete quello che si addice perfettamente ai vostri gusti di lettori! 😉

#Teatro – La signorina Papillon di Stefano Benni

la signorina papillon gad recensioneSi è aperto lo scorso fine settimana il 68° Festival Nazionale dei Gruppi d’Arte Drammatica di Pesaro. Il primo spettacolo, Il giardino dei ciliegi di Anton Cechov, è stato portato in scena da una compagnia teatrale locale, La Piccola Ribalta.

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Il Festival è una delle manifestazioni più seguite dalle Compagnie di Prosa italiane e l’ammissione alla fase finale è sempre motivo di orgoglio per le compagnie che vengono selezionate per la fase finale. Per informazioni sul Festival e sui prossimi spettacoli in programma vi rimando al sito, www.festivalgadpesaro.it.

Ieri sera è stata la volta di La signorina Papillon, un testo di Stefano Benni portato in scena dalla Compagnia Stabile del Leonardo di Carbonera (Treviso) con la regia di Giovanni Handjara.

La signorina Rose Papillon vive nel piccolo mondo del suo giardino, dove coltiva rose, colleziona farfalle, scrive sul suo diario e parla con il fedele ma un tantino impagliato pappagallo, che quando era in vita conosceva a memoria tutto Mallarmé. Potrebbe sembrare ingenua e indifesa, ma in realtà ha il suo caratterino.

A disturbare il suo piccolo angolo di paradiso tre personaggi che pian piano si caratterizzano come agenti di una dimensione onirica, che da un certo punto in poi non ci sono dubbi sia un incubo: il conte Armand, sergente di una loggia simil-massonica, il famoso poeta Millet travestito da giardiniere e la civettuola cugina Marie Luise, una donna spregiudicata e ambigua che chiama Rose “bietola”, rinfacciandole di essere una povera campagnola ingenua niente affatto adatta alla vita di Parigi. Tutti e tre vogliono portarla con sé a Parigi, l’antitesi del giardino idilliaco di Rose: una città viva e pulsante, ricca di movimento, dove le donne sono ciniche e succede di tutto, compresi inganni e delitti.

la signorina papillon recensione

La Parigi di Benni non è la vera e propria città francese, ma una dimensione surreale che rappresenta un luogo dell’anima. La signorina Papillon potrebbe essere collocata alla fine dell’800 per gli abiti, ma anche nel nostro tempo, visto che è evidente l’intenzione di ambientarvi fatti e misfatti che potrebbero tranquillamente corrispondere a quelli del nostro presente. Si tratta insomma un teatro dell’assurdo, tra sogno e incubo, fantasia e realtà, non è ben chiaro cosa faccia parte di un sogno di Rose o cosa sia accaduto davvero, sempre ammesso che non si tratti interamente di un sogno. Forse lo scopo di Benni è proprio questo: rappresentare sotto metafora le ipocrisie e le follie di una società cinica e disincantata, in evidente decadenza e imbarbarimento, tra complotti e delitti.

Il vulcanico virtuosismo linguistico di Stefano Benni, ha reso lo spettacolo un carosello vorticoso e multicolore che fa ridere e girare la testa.  Le parole, talora difficili ma appropriatamente costruite, sempre disposte come in un perpetuo scioglilingua, con il loro supremo potere caotico, sono le vere protagoniste, tessono dialoghi ricchi, taglienti, frenetici, edificano mondi, alterano realtà, identità, ruoli, rifondano valori e disvalori.

Italo Calvino e Il cavaliere inesistente a 30 anni dalla morte – P2

Italo Calvino, 30 anni dalla morte Il cavaliere inesistenteCome dicevo nel post di ieri, in cui trovate un’introduzione al Cavaliere inesistente e ai Nostri antenati, ho voluto ricordare Italo Calvino a trent’anni dalla sua morte parlando di un libro che adoro e che mi ha avvicinato, quando ancora ero bambina, a uno dei più grandi scrittori mai esistiti (ma non dimentichiamoci che fu anche il responsabile dell’Ufficio Stampa della casa editrice Einaudi).

All’origine di ogni storia di Calvino c’è un’immagine che gli gira per la testa, e che solo scrivendo si sviluppa in una storia. “Sono le immagini stesse che sviluppano le loro potenzialità implicite, il racconto che esse portano con sé”. Man mano che scrive la storia però, è la parola scritta a prendere le redini, fino a diventare sempre più decisiva: “sarà la scrittura a guidare il racconto nella direzione in cui l’espressione verbale scorre più felicemente, e all’immaginazione visuale non resta che tenerle dietro” (Italo Calvino, Lezioni americane, Oscar Mondadori, Milano 2011, pp. 90-91).

L’immagine che dà vita al Cavaliere inesistente, un’armatura vuota che cammina e agisce con grande razionalità, si identifica a poco a poco durante la stesura della storia con un nodo di riflessioni che gli turbinano in testa: Calvino si trova in un periodo storico in cui l’individualità è negata, l’uomo è ridotto a “un’astratta somma di comportamenti prestabiliti”, proprio come Agilulfo, a cui sono negati la dimensione corporale, le passioni, gli istinti, i sentimenti… e la sua esistenza (o forse dovremmo dire inesistenza) è dovuta a un accumulo di razionalità che fa sì che egli faccia ogni cosa esattamente come dovrebbe essere fatta: maniacalmente ligio ai suoi doveri, non è solo valoroso in battaglia come si vuole a un buon cavaliere, ma compie con precisione matematica anche le mansioni burocratiche, come sovrintendere alla distribuzione del rancio o seppellire i cadaveri. Egli sa perfettamente come vada eseguita ogni minima cosa e rimprovera continuamente le mancanze altrui. Anche se non mangia, dato che non ha corpo, adempie al cerimoniale dei banchetti di Carlo Magno con la stessa cura meticolosa che esplica in ogni altro cerimoniale.

Sono gli anni dell’industrializzazione e del boom economico, gli anni in cui è la borghesia a dettare le regole del buon comportamento:

Dall’uomo primitivo che, essendo tutt’uno con l’universo, poteva esser detto ancora inesistente perché indifferenziato dalla materia organica, siamo lentamente arrivati all’uomo artificiale che, essendo tutt’uno coi prodotti e con le situazioni, è inesistente perché non fa più attrito con nulla, non ha più rapporto con ciò che (natura o storia) gli sta intorno, ma solo astrattamente “funziona”.

(Postfazione ai Nostri Antenati, p. 415 Oscar Mondadori).

L’uomo non conosce più il suo vero io, perché non ha più rapporto con le cose che lo circondano, e tantomeno con se stesso. È costretto a muoversi in un mondo dove ogni sua azione è già prestabilita da un codice di regole e comportamenti, dove egli non è più un individuo, ma funzione di se stesso.

Mi sono concentrata su Agilulfo, ma Il cavaliere inesistente racconta la storia di altri personaggi: Rambaldo, Bradamante, Torrismondo, Sofronia, sì, proprio quelli delle Chanson de geste, visti in un ottica dissacrata e un po’ particolare. Molti sarebbero i temi di cui discutere, come la presenza dell’io nella narrazione, la “giravolta narrativa” del finale… Magari un’altra volta 😉

Italo Calvino e Il cavaliere inesiste a 30 anni dalla morte #Calvino30

Italo Calvino - 30 anni dalla morte

Trent’anni fa nella notte tra il 18 e il 19 settembre Italo Calvino moriva a Siena a causa di un ictus. Per ricordare uno dei più grandi scrittori italiani, che non ho mai nascosto essere tra i miei preferiti in assoluto, ho pensato di focalizzarmi su Il cavaliere inesistente, che insieme a Il visconte dimezzato Il barone rampante (raccolti insieme ne I nostri antenati) è l’opera che mi ha avvicinato a Calvino in principio.

I nostri antenati sono le prime tre storie fantastiche che ha scritto (seguiranno poi Le città invisibili, Marcovaldo, Le cosmicomiche, Ti con zero, Se una notte d’inverno un viaggiatore…). La sua carriera incomincia infatti con una spinta propulsiva verso il romanzo neorealistico (ricorderete senz’altro Il sentiero dei nidi di ragno), che però gli viene meno:

Così provai a scrivere altri romanzi neorealistici, su temi della vita popolare di quegli anni, ma non riuscivano bene, e li lasciavo manoscritti nel cassetto. […]. Era la musica delle cose che era cambiata: la vita sbandata del periodo partigiano e del dopoguerra s’allontanava nel tempo […]. La realtà entrava in binari diversi, esteriormente più normali, diventava istituzionale; le classi popolari era difficile vederle se non attraverso le loro istituzioni e anch’io ero entrato a far parte d’una categoria regolare: quella del personale intellettuale delle grandi città, in abito grigio e camicia bianca. […]. Ed ecco che scrivendo una storia completamente fantastica, mi trovavo senz’accorgermene a esprimere  non solo la sofferenza di quel particolare momento ma anche la spinta a uscirne; cioè non accettavo passivamente la realtà negativa ma riuscivo a rimettervi movimento, la spaccherai, la crudezza, l’economia di stile, l’ottimismo spietato che erano stati della letteratura della Resistenza”.

Il titolo I nostri antenati sottolinea il legame di queste vicende, seppur così irreali, con la realtà presente: un visconte tagliato a metà, un barone che vive sugli alberi e un cavaliere inesistente tutto potrebbero essere fuorché nostri antenati, eppure come noi sono coinvolti in un’ostinata ricerca di sé e in un arduo confronto con il mondo.

Questi nobili da favola vivono rapporti inconsueti con la realtà, attraverso i quali Calvino intende rappresentare allegoricamente determinati aspetti della condizione umana. Nel Visconte dimezzato la scissione di cui l’uomo contemporaneo soffre: Medardo ritorna in patria dopo una crociata diviso in due parti da una palla di cannone, il Gramo e il Buono. Ognuna delle due parti agisce in maniera indipendente in maniera del tutto erronea, finché non vengono ricucite, riportando Medardo alla normalità di ogni uomo, fatta della commistione di bene e male.

Cosimo, “il barone rampante”, sceglie di trascorrere la sua vita sugli alberi senza più mettere piede a terra, dichiarando che  “chi vuole guardare bene la terra deve tenersi alla distanza necessaria”. Siamo di fronte a un alter ego di Calvino: l’intellettuale che sceglie la strada della separazione dal mondo, per poterlo comprendere meglio.

Ed eccoci arrivati al nostro Agilulfo, di professione cavaliere inesistente, armatura priva di corpo tenuta in vita da una concentrazione di pensiero e razionalità, allegoria della vita vuota, fatta di un succedersi di gesti convenzionali, quasi artificiali. Siamo nel periodo in cui la concezione di Calvino sulla funzione dell’intellettuale si incupisce nel pessimismo: c’è ancora posto per l’intellettuale che è salito sugli alberi per guardare meglio il mondo? Si può vivere di sola razionalità? La risposta è alla fine del romanzo: Agilulfo si dissolve nel nulla.

L’atmosfera magico-fantastica in cui Calvino immerge le sue opere è ben lungi da essere estranea alla realtà, al contrario presenta continui riferimenti al mondo contemporaneo, ai problemi ideologici e agli interrogativi esistenziali di un uomo che si sente alienato. L’evasione fiabesca non è un rifugio del mero fantasticare per aggirare o evadere la realtà, ma è la volontà di rappresentarla attraverso connotati allegorico-simbolici.

Mi accorgo di averla fatta troppo lunga e di aver solo introdotto Il cavaliere inesistente! Vedete cosa succede quando parlo di Calvino?? Direi che per oggi chiudo qui per non appesantirvi, e magari ne riparliamo domani. 😉

Concorso letterario “Racconta gli animali”: come partecipare.

racconta gli animali

Buongiorno amici! 🙂 Oltre che dei voraci lettori siete anche aspiranti scrittori? Sì? Allora vi segnalo un concorso letterario molto stuzzicante che potrebbe fare al caso vostro.

Il tema, molto amato da tutti, è “Racconta gli animali”. La partecipazione è gratuita ed aperta a tutti, i racconti devono essere inviati entro il 1 ottobre 2015.

Il concorso è stato indetto da Historica edizioni e dal portale culturale Cultora e sarà curato da Eleonora Della Gatta. I racconti premiati saranno raccolti in un’antologia che sarà presentata alla fiera del libro di Roma che si terrà dal 4 a 8 dicembre, e da lì prenderà il via delle librerie.

Qui il regolamento:

UNICA SEZIONE: NARRATIVA – Si accettano racconti a tema libero che non superino le 8 cartelle dattiloscritte (1 cart. = 30 righe di 60 battute). Sono ammesse eccezioni se gli elaborati superano di poco il limite prefisso. Ogni autore può inviare al massimo un racconto.

TESTI – I testi devono essere in lingua italiana e inediti. Possono partecipare autori italiani e stranieri. Possono partecipare testi già premiati in altri concorsi.

COME INVIARE I RACCONTI – I concorrenti devono inviare il racconto in formato word, con nome, cognome, indirizzo, numero di telefono e nome del Concorso, al seguente indirizzo mail: raccontianimali@gmail.com

CONDIZIONI DI PARTECIPAZIONE – La partecipazione è gratuita e aperta a tutte le persone.

TERMINI DI INVIO – Inviare gli elaborati via mail entro e non oltre il 1 ottobre 2015.

DESIGNAZIONE DEI VINCITORI – Agli autori selezionati verrà inviata una mail con il responso.

PREMI – I racconti vincitori verranno pubblicati da Historica edizioni in un libro che sarà presentato in occasione di “Più libri più liberi”, la fiera del libro di Roma che si terrà dal 4 a 8 dicembre e dove il testo sarà in vendita presso lo stand di Historica. Il libro sarà successivamente ordinabile online e in libreria e disponibile alle principali fiere del libro a cui partecipa la casa editrice.

DIRITTI D’AUTORE – I diritti dei racconti rimangono di proprietà dei singoli Autori.

INFORMAZIONI – Per informazioni scrivere a: raccontianimali@gmail.com

Bibliobath: i libri impermeabili con cui fare il bagno.

Bibliobath-BooksNessun luogo concilia la lettura come una rilassante vasca d’acqua calda. I nostri libri, però, non sono affatto contenti di essere messi a mollo: le copertine si inzuppano con gli schizzi, le pagine si raggrinziscono per le ditate bagnate, per non parlare poi del rischio di fare un tuffo in mezzo alle bollicine! Con l’e-reader è peggio che mai, una minuscola mossa sbagliata e si può dire addio a un’intera libreria digitale.

Eppure preferiamo correre il rischio e portarci imperterriti i nostri libri preferiti nella vasca, perché leggere mentre si fa il bagno è così gustoso, così rilassante… e niente può raggiungerti, né telefonate né messaggi su what’s app, eccetto il poveretto che abita con te, bussando alla porta perché sei in bagno da ore!

Ma presto potremo goderci i nostri bagni di lettura senza preoccupazione alcuna, perché Bibliobath, una start-up olandese, ha ideato dei libri con una rilegatura impermeabile e pagine sintetiche. 

Continua a leggere su www.paroleacolori.com.

Copertina rigida vs edizioni economiche: quale preferisci?

images Domenica scorsa, beatamente sdraiata sul lettino in spiaggia, stavo chiacchierando con una mia amica a cui, come a me, piace molto leggere, e non so come ci siamo trovate a disquisire sulla differenza tra le edizioni rilegate con la copertina rigida o quelle in brossura, più economiche. La mia amica ha dichiarato prontamente di preferire le edizioni economiche, meno costose e più leggere, mentre io ho difeso subito strenuamente i libri con la copertina rigida. Da grande amante dei libri non solo per i loro contenuti, ma anche per il loro aspetto, per le copertine e per l’odore della carta, ho sempre amato particolarmente i libri con la copertina rigida, più curati e più resistenti. I libri rilegati in brossura spesso si rovinano anche solo leggendoli, le copertine si stropicciano e nel dorso si creano tutte quelle righe da piegatura. Eppure le argomentazioni della mia amica mi hanno fatto riflettere, e pensandoci bene ho capito che non è così semplice parteggiare per l’una o per l’altra. Così ho stilato una lista dei pro di entrambe le tipologie di edizioni: continua a leggere su www.paroleacolori.com

Wikipedia diventa cartacea!

7600 volumi che diventano obsoleti il giorno dopo la stampa. La compreresti mai?

wikipedia cartacea

Dopo essere nata come risorsa online, Wikipedia compie il grande balzo, quello verso il mondo del cartaceo. Avete letto bene: la più grande enciclopedia digitale al mondo è passata su supporti fisici. Parliamo della bellezza di 7.600 volumi, acquistabili per la modica cifra di 500mila dollari.

Questa notizia mi ha fatto pensare a quando ero bambina. Ai tempi, se avevi bisogno di informazioni su avvenimenti storici, caratteristiche di una pianta, vita e opere di un personaggio importante andavi a cercare sull’enciclopedia di mamma e papà, selezionando tra gli enormi volumi quello corrispondente alla lettera giusta. Continua a leggere su paroleacolori.com.