Recensione #62 : Anna Rambaldi, Il doppio perfetto

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Il doppio perfetto di Anna Rambaldi è un romanzo breve, una brillante opera d’esordio di una scrittrice che ha dalla sua un’indubbia abilità con la penna.

Il protagonista della storia è un architetto professore che durante una visita di piacere in un paesino vicino a Venezia viene erroneamente scambiato per un avvocato al quale assomiglia in maniera straordinaria. Sia il protagonista che la storia sono reali: il professore è un amico di famiglia della scrittrice, e questo scambio di identità gli è davvero accaduto. Una storia veramente curiosa, non è vero?

Anna Rambaldi ce la racconta con un coinvolgimento personale appassionato e divertente, commovente nel finale, che si coglie perfettamente. La narrazione scorre magistralmente con un lessico ricco ma non ridondante, con i periodi ben strutturati e con descrizioni vivide ed efficaci, soprattutto nei tratti dei personaggi e nelle descrizioni culinarie, che abbondano. Si vede che la scrittrice è un amante del buon cibo, e sapete come la penso io: cibo e letteratura si sposano perfettamente!

Qualche piccolo neo però c’è: la storia, indubbiamente curiosa, non è tuttavia così comica come viene descritta, e soprattutto non vedo il motivo della tanta ansia del professore, costretto addirittura a chiamare in suo soccorso un suo amico, perché lo scambio di identità lo inquieta, almeno secondo me, oltre misura.

Tuttavia Il doppio perfetto mi sembra un ottimo esordio, e sono certa che presto seguiranno romanzi ancora più intriganti di questo, non appena la scrittrice troverà la storia giusta da raccontare! 🙂

Anna Rambaldi, Il doppio perfetto. Ebook, 3,49 €, 41 pp.

Il Racconto: tratto da “Hunger Games”

Hunger Games, trilogia, Uno nessuno e centomila libri blog

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ATTENZIONE: SPOILER! NON LEGGERE SE NON HAI LETTO I LIBRI

Hunger Games è uno dei libri che mi hanno più emozionato ultimamente. Ho adorato la storia dei primi due libri, ma non mi è piaciuto troppo l’ultimo, perché non ho mai amato troppo le guerre e la politica. Nonostante questo, la parte che più mi ha emozionato in assoluto è stato il finale.

Voi cosa ne pensate? Siete d’accordo con la scelta di Peeta?

«Impariamo un’altra volta a tenerci occupati. Peeta fa il pane. Io vado a caccia. Haymitch beve finché non ha finito il liquore, dopodiché alleva oche fino all’arrivo del treno successivo. Per fortuna, le oche sanno badare a se stesse piuttosto bene. Non siamo soli. Qualche centinaio di persone hanno fatto ritorno qui, perché, qualunque cosa sia successa, questa è casa nostra. Con le miniere chiuse, si ara la terra mescolandola alle ceneri e si coltivano piante commestibili. Macchinari provenienti da Capitol City scavano per gettare le fondamenta di una nuova fabbrica dove produrremo farmaci. Benché nessuno lo semini, il prato torna di nuovo verde.

Io e Peeta ricominciamo a crescere insieme. Ci sono ancora momenti in cui lui afferra lo schienale di una sedia e aspetta finché i flashback non sono finiti. Io mi sveglio urlando da incubi di ibridi e bambini perduti. Ma le sue braccia sono lì a darmi conforto. E in seguito le sue labbra. La notte in cui provo di nuovo quella sensazione, la fame che mi aveva assalito sulla spiaggia, so che tutto questo sarebbe accaduto comunque. Che quello che ho bisogno per sopravvivere non è il fuoco di Gale, acceso di odio e di rabbia. Ho abbastanza fuoco di mio. Quello di cui ho bisogno è il dente di leone che fiorisce a primavera. Il giallo brillante che significa rinascita anziché distruzione. La promessa di una vita che continua, per quanto gravi siano le perdite che abbiamo subito. Di una vita che può essere ancora bella. E solo Peeta è in grado di darmi questo.

Così, quando sussurra: – Tu mi ami. Vero o falso? – io gli rispondo – Vero».

Eton Antique Bookshop

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A due passi dal prestigioso collegio di Eton, dove i migliori rampolli inglesi studiano in giovanissima età per poi essere ammessi nei college universitari più prestigiosi, come Cambridge e Oxford, al numero 88 di High Street, c’è questa piccola e intrigante libreria.

In realtà, a dispetto dell’insegna, solo una piccola parte dei volumi sono davvero antichi (hanno cioè più di cinquant’anni). La maggior parte sono libri di seconda mano più recenti di vari generi: dalla geografia alla storia, dalla musica all’arte… tutti venduti a prezzi molto convenienti.

Recensione #61: Silvia Tesio, Ama ciò che sei

recensione del libro ama ciò che sei di silvia testoAma ciò che sei  incomincia con una telefonata. A rispondere è Marta, una donna di successo nei suoi quarant’anni, che vive a Parigi facendo la fotografa. A telefonare è sua madre, una donna che capiamo subito Marta non sopporta, la ritiene vittimista e piagnucolosa. Andrea sta morendo e chiede di vederla il prima possibile, per poterla salutare un ultima volta. Eppure Marta non lo vede da più di vent’anni…

Chi è Andrea lo scopriamo a poco a poco: Andrea è una donna dai capelli rossi ricci, ma Marta guarda quei capelli, come le unghie curate dallo smalto scarlatto, con un certo sconcerto. L’ultima volta che lo ha visto, infatti, era un uomo. Andrea era il suo vicino di casa e migliore amico fin da bambini, insieme hanno condiviso le brutture delle loro famiglie, che in modi diametralmente opposti hanno esercitato su di loro violenze psicologiche, di quelle che lasciano il segno.

Marta lo amava, anche se Andrea parlava di sè al femminile, provava i suoi vestiti e i trucchi di sua madre quando in casa non c’era nessuno. Andrea non aveva mai nascosto di sentirsi donna intrappolata in un corpo da uomo, ma Marta non l’aveva voluto capire, cieca nel suo amore. Eppure avevano condiviso un momento intimo e lei era rimasta incinta, appena diciassettenne….

Silvia Tesio è un’abile narratrice che tesse in maniera sottile una trama ricca di segreti e non detti, che si incastrano tra loro come un domino: svelandone uno ne viene alla luce un altro. Il vero protagonista di questo romanzo non è Marta, che parla in prima persona, né Andrea, di cui leggiamo i diari, in cui dalle espressioni senza peli sulla lingua emergono pensieri shoccanti. Il vero protagonista è il dramma della ricerca di sé stessi, della propria identità, spesso resa offuscata dalle piccole e grandi tragedie che viviamo all’interno di una famiglia che non è felice, per un motivo o per un altro. E l’infelicità di una famiglia risucchia anche la tua di felicità, gravata dalla non comunicazione o dal non sentirsi accettati proprio dalle persone che ti dovrebbero amare incondizionatamente.

Silvia Tesio è una scrittrice dai temi profondi e dalle parole delicate, che riesce a entrarti nel cuore grazie a un linguaggio semplice e chiaro, ma che non scade mai nel banale. Ama ciò che sei è un viaggio all’interno dell’interiorità di due persone che fa riflettere. Ve lo consiglio.

silvia tesio ama ciò che sei recensione

Silvia Tesio, Ama ciò che sei. Mondadori, 168 pp, €18. Data di pubblicazione: 22 settembre 2015. ♥♥♥

8 citazioni che potrebbero cambiare il tuo modo di vedere la vita.

Non so voi, ma io adoro le citazioni. I miei libri sono costellati di sottolineature e post it che segnano le pagine con le frasi che mi sono piaciute di più, o che mi hanno fatto riflettere. Perché spesso le citazioni ci fanno soffermare su aspetti della vita che non avevamo considerato fino a quel momento ma che riconosciamo subito come veri, oppure ci fanno vedere le cose in una prospettiva diversa. E quante volte capita di aver tremendamente bisogno di cambiare prospettiva per sentirsi meglio!

1) Sii te stesso, sempre e comunque.

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“Be who you are and say what you feel because those who mind don’t matter, and those who matter don’t mind.” Sii ciò che sei e dì sempre ciò che provi perché a chi ci tiene davvero a te piaci come sei, e a quelli che non ci tengono non gli importa di come sei o non sei”.

Vero. E aggiungerei: che ti importa di cosa pensa chi non tiene davvero a te? Non vale la pena sprecare tempo ed energie con chi non ti accetta come sei.

2) Osa, soprattutto finché sei in tempo per farlo.

Osa, soprattutto finché hai tempo per farlo“The only failure in your 20s is inaction. The rest is trial and error.” Non esistono fallimenti a vent’anni se non la passività. Tutto il resto sono errori ed esperimenti.
La vita vale il rischio, spesso bisogna avere il coraggio di tentare. Soprattutto quando si hanno vent’anni e la propria vita è tutta da costruire: se ci provi e sbagli puoi sempre correggere il tiro, ma se non ci provi nemmeno, ecco, quello è il vero fallimento.

3) Non adagiarti sempre nel seguire la strada più sicura.

non adagiarti

“A ship is safe in harbor, but that’s not what ships are for.” Una nave è al sicuro nel porto, ma non è per stare attraccate in porto che servono le navi.

Per quanto possiamo essere al sicuro e a nostro agio nella quotidianità, o nel seguire le orme che qualcun altro ha tracciato per noi, a volte bisogna prendere il largo, perché una vita piena ha sempre bisogno di un po’ di avventura.

4) Cambiare le cose positivamente dipende solo da noi stessi.

cambiamento positivo

“If an egg is broken by an outside force, life ends. If broken by an inside force, life begins. Great things always begin from the inside.”  Se un uovo viene rotto da una forza esterna, la vita finisce. Se viene rotto dall’interno, è la vita che inizia. Le grandi cose iniziano sempre da dentro di noi.

A volte la vita ci mette di fronte a grandi cambiamenti che mai avremmo voluto, e che non dipendono da noi. Volgere le cose in positivo e ricavare dal cambiamento una spinta in avanti invece che un arresto dipende da noi.

5) La vita va avanti, sempre e comunque.

La vita va avanti, sempre e comunque

“In three words I can sum up everything I’ve learned about life: it goes on.” In tre parole posso sommare tutto ciò che ho imparato sulla vita: va avanti.
A volte stiamo così male che non ci sembra possibile andare avanti. Invece, in qualche  modo, tutti lo facciamo: la vita va avanti, sempre e comunque. Per questo, anche nei momenti più bui, abbiamo questa consolazione: prima o poi il buio diraderà e rispunterà il sole. Il dolore affievolisce.

6) Preoccuparsi è inutile.

Preoccuparsi è inutile

“Worry does not empty tomorrow of its sorrow; it empties today of its strength.” Preoccuparsi non diminuisce il dolore che si proverà domani, ma ci mette i bastoni tra le ruote oggi.

Questa è una lezione che ho imparato a mie spese: preoccuparsi di ogni cosa che potrebbe o non potrebbe succedere non fa che renderti impossibile godere del presente. In molti casi, preoccuparsi è solo uno spreco di forze. Meglio vivere le cose quando accadono.

7) Il tempo è prezioso.

 

il tempo è prezioso

“Imagine there is a bank account that credits your account each morning with $86,400. It carries over no balance from day to day. Every evening the bank deletes whatever part of the balance you failed to used during the day. What would you do? Draw out every cent, of course? Each of us has such a bank, its name is time. Every morning, it credits you 86,400 seconds. Every night it writes off at a lost, whatever of this you failed to invest to a good purpose. It carries over no balance. It allows no over draft. Each day it opens a new account for you. Each night it burns the remains of the day. If you fail to use the day’s deposits, the loss is yours. There is no drawing against ‘tomorrow.’ You must live in the present on today’s deposits. Invest it so as to get from it the utmost in health, happiness, and health. The clock is running. Make the most of today.” Immagina che ci sia un conto corrente che ti accredita ogni mattina 86,400 euro ma alla fine del giorno i soldi che ti sono rimasti verranno cancellati. Che cosa faresti? Ripuliresti ogni centesimo ogni giorno, ovviamente! Ognuno di noi ha un conto corrente così: il tempo. Ogni mattina ti accredita 86,400 secondi. Se non usi al meglio i secondi che ti sono concessi, li hai persi per sempre. Per questo devi investire il massimo in ogni giorno.

Il tempo scorre solo in avanti, non torna mai indietro e non ti viene restituito. Quindi fai del tuo meglio con il tuo tempo.

8) Il tempo che passi a divertirti non è tempo sprecato.

se ti diverti non è tempo sprecato

“The time you enjoy wasting is not wasted time.” Il tempo che ti piace perdere divertendoti non è tempo sprecato.
Questa è una lezione che sto ancora imparando. Passare ogni momento della vita a fare cose utili per il tuo futuro o per eccellere nello studio e nella carriera non è salutare. Ogni tanto bisogna concedersi del tempo per divertirsi, senza vederlo come tempo sprecato.

Recensione #60: Elif Shafak, Le quaranta porte

Elif Shafak Le quaranta porte recensione

Che immenso spreco, se anche un solo giorno nella tua vita è identico al precedente. Ogni momento, a ogni respiro, dobbiamo rinnovarci e poi rinnovarci ancora. Vi è un solo modo per rinascere a nuova vita: morire prima della morte.

Ella è una donna di quarant’anni con una figlia già adulta e due gemelli adolescenti, ha una bella casa, un cane e ha una grande passione per la cucina, che esprime preparando ogni giorno un elaborato menù per la cena della sua famiglia. Il marito la tradisce da anni. Ella ne è consapevole, ma preferisce nascondere la testa sotto la sabbia. Così come nasconde agli altri e a se stessa la sua profonda infelicità.

Finché un giorno qualcosa dentro di lei non incomincia a cambiare in maniera irreversibile: si trova a leggere un libro, La dolce eresia, scritto da un sufi, Aziz Z. Zahara, che racconta l’incontro del poeta Rumi, realmente esistito, con il derviscio errante Shams. Un incontro che si può definire un grande amore (con nessuna implicazione sessuale però) che cambia la vita di entrambi. Ispirata dalle profonde parole dello scrittore, Ella è spinta a contattarlo per email, dando avvio a un intenso scambio di pensieri.

Le quaranta porte è un libro profondo, ricco di significati che spingono a riflettere su temi fondamentali, soprattutto quello dell’amore. Che cos’è l’amore? Almeno la metà di noi se lo domanda ogni giorno. E non parliamo di quello tra uomo e donna ma di un livello più alto e profondo dell’amore. L’amore è qui messo in campo in maniera delicata, ma allo stesso tempo è il protagonista di tutto il libro: un amore pure, un amore religioso, un amore che travalica ogni confine.

Elif Shafak è una famosa scrittrice turca, la più letta nel suo paese e tradotta in più di trenta lingue. L’elemento più bello dei suoi libri a mio parere è l’armonia con cui convergono il mondo occidentale e orientale, soprattutto parlando di religione: i personaggi cristiani convivono con quelli musulmani, e la stessa religione islamica è presentata nella sua accezione più nobile, che tra l’altro è molto vicina al cristianesimo.

Elif Shafak, Le quaranta porte. BUR, prima edizione 2009. 451 pp, 11€. ♥♥♥♥

Siviglia per libri

Anna Karenina, Siviglia per libriLo scorso weekend sono stata a Siviglia, e anche se avevo a disposizione solo tre giorni non ho potuto esimermi dal fare un piccolo tour attraverso le librerie più particolari!

LA EXTRAVAGANTEIn Alameda de Hércules, la zona a nord del centro di Siviglia che ha la più alta concentrazione di bar in cui bere cerveza e locali in cui mangiare tapas (provate il Duo Tapas, buonissimo!) trovate una libreria di viaggi, La ExtraVagante (aperta dal lunedì alla domenica fino a tarda sera).

Il motto di questa libreria è firmato niente meno che da Emily Dickinson: “Para viajar lejos no hay mejor nave que un libro.”

La ExtraVagante, libreria di viaggi, Siviglia, Spagna
Un gato en bicicleta è originale fin dal nome. Si trova in Calle Regina, a due passi dal Metropoli Parasol, la grandiosa struttura inaugurata di recente che ricorda dei funghi (infatti i sivigliani lo chiamano ‘Las setas’). Ospita un mercato, un belvedere ( a dir la verità non troppo alto) e l’Antiquarium, un museo con le rovine e i mosaici di abitazioni risalenti al periodo romano e quello almohade, scoperti scavando per costruire il Metropol.

un gato en bibicleta

un gato en bicicleta, siviglia, spagna, libreriaNelle viuzze del centro potete trovare varie catene come il Beta Book Cafè. Interessante notare come anche in Spagna ai primi posti dei libri più venduti regnino Cinquanta sfumature di schifo e derivati. Ai primi posti anche il nuovo libro di Harper Lee che in Italia non è ancora uscito.

Beta Book Cafè, Siviglia per libri

Beta Book Cafè, Siviglia per libri, libreriaMi è dispiaciuto non poter vedere il mercatino di antiquariato di Calle Feria, che si tiene il giovedì dalle 8 alle 16: tra gli abiti usati, dischi di vinile e cianfrusaglie varie ci sono anche libri di seconda mano, tra cui ogni amante di pagine ingiallite e consunte ama mettere il naso (in senso metaforico e non).

Invece, nel Mercado di Traina, che vende una grande varietà di frutta e verdura, carne e pesce, sono rimasta piacevolmente sorpresa di trovare un carretto che funge da biblioteca ambulante 🙂 Non vi sembra una bella iniziativa?

siviglia per libri, biblioteca

Recensione #59 – James A. Moore, Seven Forges

seven forges recensioneQuesta settimana mi è capitato di leggere per lavoro un libro non ancora pubblicato in Italia, ma ho pensato: perché non scrivervi lo stesso una recensione dato che sono sicura che una buona parte di voi leggono anche in inglese? 🙂 Soprattutto perché l’ho trovato un libro molto interessante.

Vi riassumo l’inizio:

Merros Dulver avanza faticosamente a cavallo nella neve. Al suo fianco Wollis, il suo fedele braccio destro. Sono mercenari assoldati dal mago e consigliere dell’Impero Desh Krohan per esplorare le Blasted Lands, la grande distesa di terra fredda a nord dell’Impero che contiene le Seven Forges, montagne di roccia vulcanica nera che scintillano nell’oscurità, visibili anche da grandi distanze.

Ad un certo punto vengono attaccati dai terribili Pra-Moresh, enormi e pericolose creature. Molti uomini della scorta perdono la vita, e la situazione sembra essere diventata critica quando appare un uomo gigantesco dalla pelle grigia in sella a una bestia mostruosa, che agita in aria un’arma che assomiglia a un’enorme sega e ne uccide quattro in poche mosse. Sono salvi. L’uomo parla una lingua sconosciuta, ma le tre Sorelle, assistenti di Desh Krohan, fanno un incantesimo in modo che possa comunicare con Merros.

L’uomo misterioso, che porta un velo sulla faccia così che non se ne possano vedere i lineamenti, si chiama Drask Silver Hand. Ha infatti una mano di acciaio che muove come se fosse carne della sua carne! Dice di venire dalle Seven Forges, che nessuno sapeva fossero abitate, e di essere stato mandato dagli dei per cercare Merros Dulver, e condurlo dal suo popolo…

Seven Forges è un fantasy ambientato in una terra fantastica che ricorda il medioevo per gli abiti, i cavalli, le spade e la presenza di un Imperatore che regna su vari reami. In più, però, c’è la magia, una magia potente che può fare qualunque cosa se si è disposti a pagarne il prezzo.

Motore di tutta la vicenda è la scoperta di un popolo misterioso, i Sa’ba Taalor, che vivono nel posto più inospitale del mondo, le Blasted Lands, enorme distesa ghiacciata e in perenne semioscurità. I Sa’ba Taalor sono enormi, la loro pelle è grigia, i loro occhi ardono nell’oscurità e non si sa cosa celano sotto il velo che gli copre il viso. Le loro usanze sono insolite e in qualche modo primitive: sia gli uomini che le donne, addestrati al combattimento fin dai primi anni di età, risolvono ogni conflitto combattendo; sono devoti ai loro sette dei in maniera maniacale, tanto da seguire i loro dettami in ogni aspetto della vita.

I Sa’ba Taalor sono l’elemento trainante della vicenda, e forse l’unico aspetto davvero interessante, soprattutto per la prima lunghissima parte del libro in cui la vicenda scorre lenta e senza grandi colpi di scena. Se non ci fosse stata la curiosità di scoprire qualcosa di più sui misteriosissimi Sa’ba Taalor, la lettura mi avrebbe lasciato piuttosto tiepida. Giravo una pagina dopo l’altra aspettando che finalmente succedesse qualcosa di sconvolgente, ma non accade fino alla fine, che invece è davvero scoppiettante.

#Libreriedalmondo: una libreria giapponese vende un solo libro alla settimana

Morioka-Shoten-Ginza

“Issatsu, Isshitsu”, un unico libro in un’unica stanza, questa è la filosofia della libreria Morioka Shoten Ginza, che si trova nel prestigioso Suzuki Building, storico edificio di Tokyo.

L’idea di base della libreria è quella opporsi alla grande e disinformata quantità di libri delle librerie tradizionali: il signor Yoshiyuki Morioka vende un solo libro a settimana che sceglie personalmente, ma su quell’unico volume è disponibile a spiegazioni e confronti con i potenziali lettori, oltre ad organizzare ogni giorno incontri con l’autore o altri eventi.

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